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Un dramma che scuote la comunità
La morte di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, avvenuta sul Gran Sasso, ha lasciato un segno indelebile nella comunità di San Vito di Santarcangelo di Romagna. Marco Perazzini, fratello di Luca, ha deciso di presentare un esposto alla procura di Teramo per chiedere che vengano avviate indagini approfondite. La sua richiesta nasce dalla convinzione che si sarebbe potuto fare di più per evitare questa tragedia. “Se le condizioni erano proibitive, perché non hanno impedito l’accesso?” si chiede Marco, evidenziando la necessità di una maggiore attenzione alla sicurezza degli escursionisti.
Le responsabilità da chiarire
Marco Perazzini non è solo nel suo dolore; molti membri della comunità condividono il suo desiderio di giustizia. “Luca e Cristian non erano inesperti, conoscevano i rischi della montagna”, afferma. La sua accusa si rivolge non solo alle autorità locali, ma anche a chi gestisce la sicurezza nelle aree montane. “Avrebbero dovuto vietare l’accesso a tutti gli alpinisti, come avviene in altre località”, sostiene, sottolineando che una decisione di questo tipo avrebbe potuto salvare vite. La bufera che ha colto i due alpinisti è stata inaspettata, ma la prevenzione è fondamentale per evitare simili tragedie in futuro.
Un ricordo che unisce
I corpi di Luca e Cristian sono stati ritrovati a pochi metri l’uno dall’altro, dopo cinque giorni di ricerche. La comunità si prepara a dare loro l’ultimo saluto il 2 gennaio, con funerali separati che segneranno un momento di grande dolore. In loro onore, il Comune e i commercianti hanno organizzato un momento di raccoglimento collettivo, accendendo candele lungo la via principale. Questo gesto di solidarietà rappresenta non solo un tributo ai due alpinisti, ma anche un richiamo alla responsabilità collettiva nel garantire la sicurezza di chi ama la montagna.