Bianca Doros e Patrizia Cormos sono state vestite come due spose nella camera ardente, aperta nella giornata di martedì 4 giugno.
Le due ragazze sono morte nella piena del fiume Natisone.
Tragedia Natisone, Patrizia e Bianca vestite da sposa nelle bare: il motivo
La camera ardente per Bianca Doros e Patrizia Cormos è stata aperta nella giornata di martedì 4 giugno, nella casa funeraria Mansutti al cimitero urbano di San Vito a Udine. Le due ragazze, scomparse nella piena del fiume Natisone il 31 maggio e recuperate il 2 giugno, sono state vestite come due spose.
L’amico Cristian Casian Molnar risulta ancora disperso.
Alla camera ardente sono arrivati i familiari delle due ragazze di origine romena, accolti dal prefetto e dal questore di Udine e dai comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza. Le due ragazze sono state vestite da sposa come previsto dalla tradizione del loro paese d’origine, la Romania. Tanti cittadini si sono recati in visita alla camera ardente, che resterà aperta fino alle 16 di oggi, mercoledì 5 giugno, quando sarà celebrato un momento di preghiera da due sacerdoti, uno ortodosso e uno cattolico.
Al termine della funzione le salme partiranno per la Romania e i funerali verranno celebrati a Tarna Mare, in Transilvania.
Tragedia Natisone: l’inchiesta e l’autopsia
Il procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, in una conferenza stampa, ha spiegato che è stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo contro ignoti e che verranno condotti tutti gli accertamenti del caso per capire se i soccorsi sono stati tempestivi. “Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale” ha aggiunto, sottolineando che in natura esiste anche la tragica fatalità.
Il procuratore ha spiegato che l’inchiesta è stata aperta per poter svolgere tutti gli accertamenti necessari per ricostruire quanto accaduto e che si tratta di una scelta tecnica di tipo procedurale.
“Gli accertamenti sulle salme, la dinamica dei fatti, la documentazione che tutti abbiamo visto e l’esame esterno compiuto dal medico legale sui corpi, consentono, con ragionevole certezza, di individuare la causa del decesso nell’asfissia da annegamento e traumatismi vari.
Si è ritenuto, dunque, sufficiente l’ispezione cadaverica esterna, anche per riconsegnare le ragazze ai famigliari, per procedere con il rito funebre” ha aggiunto il procuratore.