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Il caso di Maria Ruggia: un ricovero tragico
La storia di Maria Ruggia, una donna di 76 anni, ha scosso la comunità locale e sollevato interrogativi sulla gestione dei pazienti fragili negli ospedali. La figlia, Romina Gelardi, ha presentato una denuncia alla procura, sostenendo che la madre sia stata vittima di negligenza medica durante il suo ricovero all’ospedale Ingrassia. Secondo quanto riportato, Maria è rimasta su una barella del pronto soccorso dal 10 al 18 dicembre, senza ricevere le cure necessarie per le sue gravi condizioni di salute.
Le accuse di negligenza
Romina Gelardi ha descritto le condizioni cliniche della madre, affetta da cardiopatia ischemica, carcinoma mammario e diabete mellito di tipo II, come estremamente gravi. Durante il ricovero, Maria ha mostrato sintomi di inappetenza protratta e nausea persistente, ma, secondo la denuncia, non ha ricevuto un’adeguata terapia antibiotica preventiva. La figlia ha evidenziato che la paziente è stata esposta a un ambiente sanitario non idoneo, aggravando ulteriormente la sua già fragile situazione. La mancanza di attenzione da parte del personale medico, secondo Romina, ha portato a un deterioramento delle condizioni di salute della madre, culminato nella sua morte il 20 dicembre.
Le indagini in corso
La polizia è intervenuta sequestrando le cartelle cliniche e la salma di Maria, che sarà sottoposta ad autopsia presso l’istituto di medicina legale. Le autorità stanno ora indagando sulle responsabilità del personale medico e sanitario coinvolto nel caso. Romina Gelardi ha chiesto che venga fatta chiarezza su quanto accaduto, affinché simili tragedie non si ripetano in futuro. La sua denuncia non è solo un atto di giustizia personale, ma un appello a migliorare le condizioni di cura per i pazienti più vulnerabili, che meritano attenzione e rispetto.