Tra fotografia e scultura: Lorenzo Vitturi racconta Borgo Roma

Verona, 1 ott. (askanews) - Una mostra di fotografia, ma che nasce dalla scultura, per raccontare un quartiere di Verona. "Borgo Roma. Paesaggio in transizione", è l'esposizione di Lorenzo Vitturi ospitata negli spazi di Earth Foundation nella città scaligera. "Questo - ha detto l'artista ad askan...

Verona, 1 ott.

(askanews) – Una mostra di fotografia, ma che nasce dalla scultura, per raccontare un quartiere di Verona. “Borgo Roma. Paesaggio in transizione”, è l’esposizione di Lorenzo Vitturi ospitata negli spazi di Earth Foundation nella città scaligera. “Questo – ha detto l’artista ad askanews – è un progetto di scoperta di un quartiere che non conoscevo in cui ho applicato il mio processo multidisciplinare tra fotografia e scultura per cercare di raccontare quella che è in qualche modo la storia, ma anche il tempo presente di questo quartiere.

Un quartiere popolare e post-industriale che è un quartiere in trasformazione, quindi erano le tematiche che mi interessano e ho cercato in qualche modo, partendo dalla storia dei materiali che hanno segnato sia la produzione industriale, ma anche proprio i materiali legati alle comunità, di fare una sorta di ritratto in divenire del quartiere”.

Curata da Giangavino Pazzola di Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, in collaborazione con Giulia Adami, di Earth Foundation, la mostra presenta oltre trenta fotografie a colori di medio e grande formato e installazioni che descrivono non solo i materiali e le merci, ma anche le testimonianze che ne tracciano gli stili di vita sociali e culturali.

E quello che si compone è un paesaggio umano, che nasce anche delle immagini delle sculture temporanee di Vitturi. “In questo caso visto che ho lavorato con soprattutto con il ghiaccio – ha aggiunto Vitturi – poiché io uso materiali effimeri che non durano, la fotografia è l’unico modo per raccontarli e poi renderli condivisibili”.

Accanto alla mostra di Vitturi, poi, gli spazi di Earth Foundation, ospitano anche un’esposizione dedicata a Fortunato Depero: “Sete di Futurismo, fame d’America”, realizzata in collaborazione con il Mart di Rovereto e l’Università di Verona.