Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è stato arrestato e messo ai domiciliari, con l’accusa di corruzione.
Toti, il presidente della Liguria agli arresti domiciliari: “Corruzione”
Il presidente delle Regione Liguria è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Genova e della guardia di finanza sulle elezioni regionali liguri del 2020. L’accusa per Giovanni Toti è di corruzione. Altre nove persone, tra cui il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, hanno ricevuto misure cautelari. Eseguito anche un sequestro di 570mila euro nei confronti di alcuni imprenditori.
La Procura di Genova ha disposto una serie di perquisizioni.
Ai domiciliari anche l’imprenditore genovese Aldo Spinelli, ex presidente di Genoa calcio e Livorno, mentre in carcere è finito l’ex presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iran. Secondo l’inchiesta l’imprenditore avrebbe dato soldi a Giovanni Toti per ottenere in cambio favori, come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.
Le accuse per Matteo Cozzani e l’indagine sul consigliere amministrazione Esselunga
Matteo Cozzani, braccio destro di Toti, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dalla circostanza di cui all’articolo 416-bia.1 c.p. perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra. Avrebbe agevolato in modo particolare il clan Cammarata del mandamento di Rieti con proiezione nella città di Genova. Cozzani è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione.
Nell’inchiesta è stato coinvolto anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga Spa, con l’accusa di corruzione. L’uomo è stato sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale. Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico e immobiliare, e per Mauro Vianello, imprenditore nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del Porto.