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Toti, in "Quarta Repubblica", attribuisce la responsabilità della situazione in Liguria alla politica che ha rinunciato al suo compito.

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Durante la sua prima apparizione televisiva su Rete 4 a "Quarta Repubblica" dopo l'annullamento del suo arresto domiciliare, l'ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha condiviso i suoi pensieri sul cosiddetto "Caso Liguria". Secondo Toti, la responsabilità di questo scandalo ricade su...

Durante la sua prima apparizione televisiva su Rete 4 a “Quarta Repubblica” dopo l’annullamento del suo arresto domiciliare, l’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha condiviso i suoi pensieri sul cosiddetto “Caso Liguria”. Secondo Toti, la responsabilità di questo scandalo ricade sulla politica, che ha abbandonato il suo ruolo di potere. Afferma di non riuscire a provare un senso di risentimento completo nemmeno nei confronti dei giudici, sebbene ritenga che abbiano commesso errori nelle loro decisioni. Nonostante queste discrepanze, Toti si impegnerà a dimostrare che l’interpretazione dei giudici è fuorviante nelle prossime settimane in aula. Toti ha inoltre rivelato la sua frustrazione verso coloro che, dal 1994 fino alla Seconda Repubblica, hanno promulgato leggi che depauperano il potere di intervento della politica in Italia, concedendo alla magistratura un predominio giudiziario e morale. Questa, sostiene, è la vera questione – la colpa è della politica.

Toti ha spiegato in un’intervista con Nicola Porro che ha sperimentato uno shock incredulo quando è stato accusato di crimini che non avrebbe mai sognato avrebbero potuto essere considerati illegali. Nonostante fosse stato posto agli arresti domiciliari, Toti ha dichiarato che non ha provato disagio fisico, essendo accompagnato dalla sua famiglia in una abitazione confortevole. Ammette che la sua situazione è unica; l’atto legale che ha dato il via alle indagini è considerato legale e nessuna delle donazioni ricevute, tutte legalmente registrate e non sequestrate dal comitato, sono state contestate. Sentendosi in pace con se stesso e sicuro di aver dato tutto alla politica, è frustrato che altri politici non sembrano comprendere le insidie legali che si celano nell’era Monti-Severino e che si è verificato un cambiamento nel modo in cui le leggi vengono interpretate.

La sua reazione alla situazione legale è stata di rassegnare le dimissioni per permettere alle normali operazioni amministrative di continuare. Al contrario della sua visione, egli afferma che i magistrati, e non lui, hanno in effetti paralizzato il funzionamento normale della Liguria nell’intento di proteggere quella regione. Infine, ha dichiarato che nonostante tutto, rimane sereno e soddisfatto dei risultati ottenuti politicamente nella sua regione.