Il dibattito sul suicidio assistito è sempre molto attuale. La vicenda di oggi arriva dalla Toscana, dove una donna ha rifiutato la nutrizione artificiale e l’Asl ha accordato la pratica.
Suicidio assistito in Toscana: donna rifiuta la nutrizione artificiale
In Toscana, una donna di 54 anni ha rifiutato la nutrizione artificiale. La 54enne è paralizzata a causa di una sclerosi multipla e con la sua determinazione è riuscita a sbloccare l’iter per l’accesso al suicidio medicalmente assistito.
“È il primo caso di applicazione della nuova sentenza della Consulta, che ha esteso il concetto di trattamento del sostegno vitale”, così l’associazione Coscioni ha commentato la vicenda, comunicando che l’Asl Toscana Nord Ovest ha dato il via libera dopo aver negato il suicidio per diverso tempo.
La vicenda della 54enne affetta da sclerosi multipla
La paziente possiede tutti i requisiti previsti dalla sentenza Cappato/DjFabo per poter accedere legalmente al suicidio assistito nel nostro Paese.
La richiesta della verifica delle condizioni era stata inviata a marzo ma poi era stata rifiutata così la donna aveva diffidato l’Asl. Poi c’è stato un processo di revisione dove è stato evidenziato che la paziente è totalmente dipendente dall’assistenza di terze persone.
Ha iniziato a rifiutare la Peg, ritenendola un accanimento terapeutico. Ora è arrivato il via libera e da questo momento potrà decidere cosa fare senza nessun ostacolo, quindi eventualmente anche interrompere la terapia e porre fine alle sue sofferenze.
La decisione verrà presa con il medico di fiducia e avverrà previa comunicazione all’Azienda sanitaria, circa i tempi e le modalità di autosomministrazione del farmaco, così da ricevere l’assistenza adeguata.