Torino: via della Rocca, storia di un rifiuto

Via della Rocca prende il nome dallo scomparso «Bastione della Rocca», fondato in epoca medievale su vestigia più antiche, note dall’anno 950. Il luogo accolse anche alcuni mulini, mossi delle acque del Po e il Cimitero della Rocca, chiuso nel 1825, per trasformare l’area. Torino ipotiz...

Via della Rocca prende il nome dallo scomparso «Bastione della Rocca», fondato in epoca medievale su vestigia più antiche, note dall’anno 950.

Il luogo accolse anche alcuni mulini, mossi delle acque del Po e il Cimitero della Rocca, chiuso nel 1825, per trasformare l’area. Torino ipotizzava allora di creare un pubblico «Paese dei Balocchi», immerso nel verde, come il Prater di Vienna.

Avrebbe dovuto sorgere al posto dei bastioni abbattuti da Napoleone, fra gli odierni corso Vittorio Emanuele II e le vie Carlo Alberto e della Rocca. Qui, nel «Giardino dei Ripari», l’architetto Gaetano Lombardi proponeva al Comune di creare un «luogo di piacere», per bimbi e adulti.

Il progetto prevedeva sei campi di bocce, uno per il gioco del «Balon», un’altro per il tiro alla balestra, varie giostre, un circo all’aperto e una collina «con montagne russe», percorse da cavallini.

Intorno sarebbero sorte «birrerie, spacci di dolci, cioccolaterie». Ma Re Carlo Felice disse no: «Prima si ricostruiscano le chiese profanate da Napoleone!». Torino obbedì.

FOnte: stampa.it