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Toni Servillo: "L'abbaglio" è un film che pone domande sull'oggi

Roma, 12 gen. (askanews) – Roberto Andò torna a dirigere Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone in una storia legata a Garibaldi e al suo sbarco in Sicilia in “L’abbaglio”, nei cinema dal 16 gennaio. Una piccola storia semisconosciuta nella grande storia, raccontata nel 1963 da Leonardo Sciascia.

Siamo nel 1860, Garibaldi raduna giovani idealisti e patrioti per la sua spedizione e nonostante i primi successi si rende conto della potenza superiore delle truppe borboniche. Ma grazie ad uno stratagemma, messo in atto dal colonnello interpretato da Servillo, i garibaldini riescono a conquistare Palermo. Nonostante, o grazie, anche a due buffi disertori. “Garibaldi si trovò circondato da ventenni, che venivano da tutta Italia, dalla Toscana, da Bergamo, per mettere insieme l’Italia. – ha spiegato il regista – Ed erano persone che facevano i musicisti, facevano gli artisti, bohémien. Oggi il mettere in campo in maniera così spassionata il proprio credo ideologico non c’è più. Credo che fare un film del genere abbia un senso, un po’ come si facevano nel neorealismo, che si trattava di rimettere insieme un sentimento nazionale. Il cinema io credo che lo possa fare”.

Secondo Servillo “L’abbaglio “a come obiettivo soprattutto quello di porre interrogativi, quindi non raccontare la storia con la grancassa del trionfalismo, del come eravamo, ma di far risuonare potentemente delle domande che ci riguardano ancora molto oggi”.