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Tolleranza zero contro gli sprechi di gas: il governo svizzero vuole condanne fino a tre anni di prigione

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Mai prima d’ora, il “paradiso” nel cuore d’Europa ha dovuto affrontare misure di austerità energetica. Ma il governo sembra deciso ad andare avanti.

Il rispetto dei tagli programmati per il riscaldamento domestico è una sfida cruciale per il Paese: se la crisi del gas e del petrolio peggiora, le misure di contenimento dei consumi previste per l’autunno potrebbero inasprirsi velocemente con l’inverno. Non è un caso se il governo ha fatto appello al senso responsabilità degli italiani: chi risparmia, aiuta il Paese. Ma chi non lo fa, che cosa rischia? Come va sanzionato il mancato rispetto dei tagli obbligatori ai consumi di energia?

In attesa di istruzioni dal prossimo governo italiano, può essere istruttivo studiare le misure di emergenza degli altri. Il caso più interessante è quello della Svizzera, il primo paese in cui lo “spreco di energia” (domestica o d’impresa) potrebbe diventare presto un reato punibile con condanne fino a tre anni di prigione. In caso di “carenza nazionale di gas”, è previsto in un decreto al vaglio del governo federale, chi riscalderà la casa oltre i 19 gradi fissati dal piano di emergenza invernale sarà non solo multato, ma nei casi più gravi finirà davanti al giudice con la prospetticìva della galera. “Le violazioni della legge nazionale sulle forniture di gas – ha spiegato Markus Sporndli, portavoce del Dipartimento economico federale della Svizzera – costituiscono sempre un reato. In questo caso, addirittura, si tratta di reati che dovrebbero essere perseguiti dai cantoni per impostazione predefinita”.

In caso di “violazione reiterata e intenzionale” delle misure di emergenza, i cittadini possono essere condannati fino a tre anni di reclusione, ma anche una “violazione negligente” dei tagli sarà punita con una multa. A fine agosto, alcune settimane prima dell’Italia, le autorità svizzere hanno deciso che in caso di carenza di gas, la temperatura negli ambienti riscaldati non deve superare i 19 gradi Celsius. Inoltre, l’acqua può essere riscaldata solo fino a 60 gradi, mentre sarà vietato l’uso di stufe o tende ad aria calda. Anche le saune e le piscine devono essere spente: in caso contrario, le sanzioni crescono in modo esponenziale.

Le indiscrezioni sul decreto hanno ovviamente spaventato gli svizzeri: non solo per il carcere e le multe, ma anche perchè mai prima d’ora, il “paradiso” nel cuore d’Europa ha dovuto affrontare misure di austerità energetica. Ma il governo sembra deciso ad andare avanti: dopo aver speso miliardi di franchi in aiuti a imprese e famiglie, la tolleranza zero sugli sprechi gas sembra una scelta opportuna e incontestabile.

Che dire? La Svizzera non è l’Italia e non fa parte dell’Unione Europea: ma in questa crisi senza confini, anche le misure di emergenza non hanno il passaporto.