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Luigi Finoli, abruzzese nato ad Atessa nel 1870, riuscì a salvarsi nel naufragio del Titanic nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912.
La sua testimonianza si aggiunge a quella degli altri sopravvissuti.
La storia di Luigi Finoli
Luigi, figlio di Vincenzo Finoli e Caterina di Paolo, parte giovanissimo per gli USA, viaggiando tra Italia e America per affari. Svolse soprattutto l’attività di commerciante, prima a New York e New Haven e quindi a Philadelphia.
Tra la fine del 1911 e l’inizio del 1912, gli giunge la notizia della malattia del padre, per questo motivo decide di tornare in Abruzzo, riuscendo ad arrivare in tempo per le esequie del genitore.
Il giorno della sua ripartenza per l’America perde le coincidenze di Napoli e Genova, porti da dove salpavano le navi per l’America, ed è costretto a raggiungere Southampton, in Inghilterra. Così facendo riesce a imbarcarsi il 10 aprile del 1912 come passeggero di terza classe.
Da Southampton, il Titanic attracca prima a Cherbourg, in Francia e poi a Queenstown, in Irlanda, prima di affrontare l’Oceano e dirigersi verso New York.
Tuttavia, intorno alle 23:40 di domenica 14 aprile 1912, a 350 miglia al largo di Terranova, la nave urta un iceberg e avviene il grande disastro.
Luigi riesce a salvarsi nel naufragio del Titanic
I soccorsi arrivano quattro ore dopo il disastroso impatto con l’iceberg, ma Luigi sbalzato fuori dal ponte della nave fortunatamente non cade in acqua. L’uomo finisce dentro una delle poche scialuppe, precisamente la n°15, e riesce a salvarsi.
Alle 7:30 la scialuppa di Luigi viene recuperata dalla Carpathia, la nave che portò in salvo i pochi superstiti: 1500 furono i morti e 705 le persone che riuscirono a salvarsi.
La morte di Luigi sopravvissuto alla strage
Dopo l’inspiegabile e fortunato salvataggio Luigi tornò definitivamente in Italia nel luglio del 1935 dove morì pochi anni dopo, il 21 novembre 1938, all’età di 68 anni.
Dunque, l’uomo morì dopo tre anni dal suo ritorno, ma di come fosse sopravvissuto al tragico naufragio non ne parlò mai pubblicamente forse per il trauma mai del tutto superato.
La sua storia è stata ricostruita tramite le poche informazioni in possesso dei familiari e sopravvissuti.