La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto sette ricorsi delle parti civile, negando il risarcimento alle famiglie di sette studenti morti a causa del terremoto.
Terremoto L’Aquila: la sentenza shock che ha respinto sette ricorsi delle parti civili
La Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto sette ricorsi delle parti civili, confermando la sentenza di primo grado che risale ad aprile 2022 e riguarda il crollo dell’edificio in via Gabriele D’Annunzio 14, nel centro dell’Aquila, dove ci furono 13 vittime.
L’ingegnere unico imputato dei lavori di restauro del 2022 era stato assolto dalla Corte d’Appello di Perugia. Nel Civile, il pronunciamento ha ruotato sul giovane studente di Frosinone, Nicola Bianchi. In primo grado il giudice Monica Croci aveva addirittura riconosciuto la colpa della vittima, in quanto secondo lei Bianchi avrebbe saputo di vivere in un edificio poco sicuro ma sarebbe comunque rimasto in casa per sostenere un esame il giorno dopo.
Terremoto L’Aquila, niente risarcimenti alle famiglie dei 7 studenti morti: hanno avuto una “condotta incauta”
La famiglia dello studente ha proposto Appello contro questo verdetto tramite l’avvocato Alessandro Gamberini del Foro di Bologna. In secondo grado, il collegio ha respinto di nuovo l’istanza, insieme a quella di altre sei parti civili, tutte famiglie di studenti universitari che abitavano in quello stabile.
Secondo l’interpretazione dei giudici, gli studenti universitari sarebbero morti per una loro “condotta incauta“, non perché rassicurati e indotti a rimanere nei loro alloggi dalla Protezione Civile tramite la Commissione Grandi Rischi.
Le famiglie degli studenti morti non otterranno risarcimenti, ma dovranno pagare le spese legali. Ora tutto si sposterà in Cassazione.
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