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Un’esperienza traumatica
Chiara Iuliano, assessora alle politiche sociali del Comune di Dolo, ha recentemente condiviso un’esperienza traumatica che ha vissuto. Durante una giornata di lavoro, ha subito un tentativo di violenza sessuale da parte di un uomo di 55 anni, noto per i suoi problemi di tossicodipendenza. La Iuliano, fortunatamente, è riuscita a chiudersi in auto, evitando il peggio mentre l’aggressore cercava di aprire la portiera a forza. Questo episodio ha scosso profondamente la comunità e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle donne anche in situazioni apparentemente normali.
La forza di raccontare
Nel suo post su Facebook, Chiara ha spiegato il suo dilemma nel decidere se rendere pubblica la sua esperienza. “Ho pensato tanto se scrivere quanto segue – ha dichiarato – sento il bisogno di parlarne da quando è accaduto, ma ho rimandato perché temo di non essere pronta a rendere pubblici questi miei ultimi giorni”. La sua testimonianza non è solo un atto di coraggio, ma anche un invito a riflettere su un tema delicato e spesso taciuto. “Eppure ho una bestia che urla dentro di me, che ha bisogno di uscire” ha aggiunto, evidenziando la necessità di affrontare il dolore e la paura.
La normalità che spaventa
Chiara ha descritto l’evento come avvenuto in un contesto di routine, in un ambiente che avrebbe dovuto essere sicuro. “Il sole splendeva e mi trovavo in un ambiente sicuro. Non era un angolo buio di qualche zona industriale alle 3 di notte, era tutto confortevole e spaventosamente normale”. Questa affermazione sottolinea quanto sia insidiosa la violenza, che può manifestarsi anche nei luoghi più inaspettati. La Iuliano ha espresso gratitudine per essere riuscita a proteggersi, ma ha anche messo in luce il trauma che segue un’esperienza del genere.
Il peso delle parole
Un aspetto che Chiara ha voluto evidenziare è il dolore che deriva dalle reazioni altrui dopo un evento traumatico. “Quando pensi che devi solo prenderti cura di te stessa… arriva il momento in cui ti viene detta la frase che è come una sberla. Qualcuno ti dice ‘Dai su, non è successo niente'”. Questa frase, secondo l’assessora, è inaccettabile e rappresenta una minimizzazione del trauma subito. “Io non posso più accettare la buona fede di questa frase, non è più tollerabile” ha concluso, richiamando l’attenzione sulla necessità di una maggiore sensibilità e comprensione verso le vittime di violenza.