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Tensione in aula: il dibattito sul Manifesto di Ventotene infiamma la Camera

Tensione in aula durante il dibattito sul Manifesto di Ventotene

La seduta della Camera si trasforma in un campo di battaglia verbale tra maggioranza e opposizione.

Un clima di scontro in aula

La Camera dei Deputati si è trasformata in un vero e proprio campo di battaglia, con grida e insulti che hanno risuonato tra i banchi. Il presidente Lorenzo Fontana ha faticato a mantenere l’ordine, costringendo a sospendere i lavori più volte. La causa di questa tensione è stata l’intervento della premier Giorgia Meloni, le cui parole sul Manifesto di Ventotene sono state giudicate “inaccettabili” dalle opposizioni.

Le parole che infiammano il dibattito

La seduta è iniziata con una discussione generale sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue. Meloni, dopo aver preso appunti e con i banchi del governo al completo, ha preso la parola per le repliche. Inizialmente, il suo intervento è scivolato via senza troppe polemiche, ma è stato alla fine che le cose sono degenerate. Leggendo alcuni passaggi del Manifesto, ha affermato: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. Queste parole hanno scatenato la reazione immediata dell’opposizione, che ha risposto con urla e fischi, mentre i membri della maggioranza applaudivano fragorosamente.

Un dibattito acceso e le reazioni delle opposizioni

La tensione è aumentata ulteriormente quando il ministro Foti ha tentato di leggere i pareri del governo, ma il frastuono delle proteste ha reso impossibile il suo intervento. Al riprendere della seduta, le opposizioni hanno accusato la premier di vergognarsi e di dover chiedere scusa. Interventi durissimi sono stati registrati, con Marco Grimaldi di Avs che ha esortato Meloni a inginocchiarsi di fronte agli uomini e alle donne presenti in aula. La situazione ha raggiunto il culmine quando il capogruppo di FdI, Galeazzo Bignami, ha esclamato: “Ma basta!”, scatenando ulteriori proteste dai banchi delle minoranze.

Il clima avvelenato e le conseguenze future

Il presidente Fontana ha dovuto sospendere nuovamente i lavori, richiamando i deputati a mantenere toni consoni. Tuttavia, la seduta era ormai compromessa, con la premier assente al momento della ripresa. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha cercato di difendere la situazione, spiegando che Meloni era in volo per Bruxelles. La tensione in aula ha raggiunto livelli tali che un esponente di FdI ha ironizzato sulla possibilità di distruggere una copia del Manifesto di Ventotene per allentare la pressione. La situazione ha visto anche Angelo Bonelli sventolare il manifesto in favore del governo, mentre Giuseppe Conte ed Elly Schlein hanno espresso critiche severe. Il voto finale sulle risoluzioni ha confermato la divisione tra i due schieramenti, lasciando un clima avvelenato che sicuramente influenzerà le prossime sfide in aula.