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Tensione a Milano: scontri e denunce dopo la manifestazione pro Palestina

Manifestazione pro Palestina a Milano con scontri

Sei persone denunciate dopo gli incidenti durante la manifestazione a Milano.

Un corteo controverso

La manifestazione pro Palestina di ieri a Milano ha sollevato un’ondata di polemiche e tensioni. Circa diecimila persone hanno partecipato al corteo, ma solo una quarantina di appartenenti all’area antagonista ha creato disordini, imbrattando muri e vetrine di banche e negozi. Tra i danni, spicca la scritta provocatoria ‘Spara a Giorgia’ su una vetrina della Bpm, un atto che ha suscitato indignazione e preoccupazione. La Procura di Milano ha già annunciato l’apertura di un’inchiesta per fare luce sugli eventi e sulle responsabilità.

Le reazioni delle autorità

Le autorità milanesi, in particolare la Questura, hanno fornito una versione dei fatti che differisce da quella degli organizzatori del corteo. Secondo la Questura, gli agenti avrebbero isolato i manifestanti violenti con un’operazione mirata, consentendo al resto del corteo di proseguire pacificamente. Tuttavia, le organizzazioni sindacali e i gruppi di attivisti hanno denunciato un attacco ingiustificato da parte delle forze dell’ordine, accusando gli agenti di aver agito senza preavviso e di aver utilizzato manganelli contro i manifestanti.

Un clima di alta tensione

Il clima di tensione è ulteriormente aggravato dai recenti eventi storici, come l’accoltellamento di un membro della comunità ebraica durante il corteo dello scorso anno. Davide Romano, direttore del museo della Brigata Ebraica, ha sottolineato come gli incidenti di ieri confermino l’alta tensione presente nella società. Nonostante ciò, ha assicurato la presenza della comunità ebraica alla manifestazione, insieme a quella ucraina, evidenziando la necessità di un dialogo costruttivo.

Le denunce e le indagini in corso

Sei persone sono state denunciate per resistenza, mentre uno dei manifestanti è stato accusato di danneggiamento e un altro di possesso di un coltello a serramanico. Le indagini sono in corso e la Digos sta analizzando i video delle telecamere di sorveglianza per identificare ulteriori responsabilità. I manifestanti provenivano anche da altre città, come Genova, e hanno ricevuto divieti di accesso alle aree urbane, con tre di loro che hanno ricevuto un foglio di via da Milano. Tra i denunciati, un esponente del centro sociale milanese Cuore di Gorla, noto per i suoi precedenti legati a disordini.