Argomenti trattati
La telefonata di venerdì tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente Joe Biden è la prima intercorsa dopo quasi un mese dalle divergenze su un futuro Stato palestinese.
Telefonata Biden-Netanyahu: i temi trattati
Il presidente americano ha spiegato che, sebbene Netanyahu non escluda a prescindere la possibilità di creare uno Stato indipendente per i palestinesi, non si tratta di una situazione ancora attuabile mentre il primo ministro è in carica. Durante il colloquio telefonico i due leader hanno discusso sul possibile futuro della Palestina, ma rimangono tuttavia pubblicamente in disaccordo su cosa accadrà a Gaza una volta conclusa la guerra tra Israele e Hamas.
Negli ultimi mesi gli Usa hanno lavorato intensamente per coinvolgere i funzionari israeliani in un piano che sperano possa risolvere il decennale conflitto.
Il futuro di Gaza
Qualche ora dopo aver parlato al telefono con Netanyahu, Biden ha incontrato i giornalisti alla Casa Bianca, spiegando di ritenere che “ci sono diversi tipi di soluzioni a due Stati“. “Ci sono alcuni Paesi membri dell’ONU che non hanno un esercito proprio” ha dichiarato, “alcuni Stati che hanno delle limitazioni e quindi penso che ci siano modi in cui questo possa funzionare“.
Il presidente e i suoi consiglieri più stretti, tra cui il Segretario di Stato Antony Blinken che ha visitato Israele la scorsa settimana, ritengono che la creazione di uno Stato palestinese, con garanzie per la sicurezza, sia l’unico modo per portare pace e stabilità in Medio Oriente.
Escluso un cessate il fuoco
Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha commentato alla CNN “Sosteniamo le pause umanitarie per cercare di far liberare gli ostaggi e far arrivare più aiuti, ma non sosteniamo un cessate il fuoco in questo momento“.
L’alto funzionario statunitense ha spiegato che per Washington e per Tel Aviv un’interruzione temporanea degli scontri potrebbe agevolare i militanti di Hamas.