Prendersi una pausa al momento opportuno per ripartire con grinta, apprezzando ciò che ci circonda, senza fretta e senza farsi travolgere dall’eco della celebrità. Questo è l’obiettivo di “CalmoCobra”, l’album di Tananai. «Desidero mantenere la calma, perché voglio osservare tutto ciò che mi circonda, le persone, gli oggetti, gli alberi, gli animali e persino il fuoco che arde: voglio percepirli per quello che realmente sono, distinguere i loro contorni e guardarli negli occhi». Questo è il messaggio che unisce i 12 brani, di cui 9 inediti e vari collaborazioni come “Veleno” e “Storie brevi” con Annalisa. Tananai, il nome d’arte di Alberto Cotta Ramusino, ha mosso i primi passi con il progetto Not for Us. Questo nuovo lavoro sarà pubblicato il 18 ottobre e rappresenta il secondo capitolo della sua carriera musicale con questo nome, seguendo l’album “Rave, Eclissi”. Qual è il significato di CalmoCobra? «È un avvertimento. Dopo aver raggiunto una certa notorietà, il mio manager, notando che stavo prendendo la cosa troppo sul serio, mi esortava a tenere la calma: ‘Calmo, cobra! Avere fama significa semplicemente che hai più ascoltatori, nulla di più’. È stata la mia salvezza? «Potrebbe esserlo. Tutto è avvenuto in modo frenetico, da “Sesso occasionale” a “Tango”, passando per “La dolce vita” con Fedez e Mara Sattei. Cambiare chi sono non era la mia priorità; al contrario, era fondamentale dedicare tempo a me stesso. Questa è l’attitudine dell’album. Qui inizia una nuova fase della mia storia». Riflessioni sulle sue origini, il primo Sanremo, il secondo e infine la necessità di una pausa. «Ho cominciato suonando in luoghi piccoli, prima di arrivare alle luci del Festival. Avevo bisogno di quel momento di pausa. Per due anni, ho viaggiato freneticamente nel mondo della musica».
Sono cresciuto, ma ho scoperto che il mondo richiede molto tempo, rendendo difficile comprendere chi sono realmente diventato. Era essenziale per me ristabilire le priorità nella mia vita, quelle che mi facevano sentire bene. Ho dato fuoco a una moto in copertina, un gesto che rappresenta il mio allontanamento dalla scena negli ultimi mesi; la moto simboleggia il ritmo frenetico di un ambiente in cui si è sempre sotto pressione. Se ero confuso riguardo alla mia identità, come avrei potuto scrivere brani che suscitassero emozioni? Un video circola online in cui, durante un concerto, annuncio, senza preavviso al mio team, la mia intenzione di prendere una pausa. Non avevo idea se sarei rimasto fermo per sei mesi, anni o indefinitamente. In quel momento mi sentivo esausto e sopraffatto; avevo bisogno di un attimo di tranquillità. Nessuno mi ha giudicato. Sono fortunato, poiché ho persone intorno a me che non mi impongono aspettative.
Non ti sei fatto sopraffare dai successi? «Non ho voluto». Voglio fare musica solo quando ne avverto il bisogno. È vero, dopo il successo di “Tango” e la vendita di 160mila biglietti, sarebbe stato più semplice continuare e programmare altri concerti o album. Ma non voglio che la musica diventi una mera necessità per soddisfare il mio ego piuttosto che per il mio essere. Oggi sono felice? «Assolutamente. Sono cambiato». Prima ascoltavo una canzone e mi ci identificavo, ora la percepisco come parte di me. Non sono certo di cosa significhi essere artisti, ma forse avere coerenza nelle proprie scelte e mantenere una certa indipendenza dalle influenze esterne è fondamentale.
Il panorama che ci circonda è quello musicale. Non è fantastico? «Non è l’ideale per nessuno in questo momento. Ci sono scelte e rinunce, ma se ciò ti avvicina ai tuoi sogni, allora si può fare. A me non interessa accumulare riconoscimenti. Sono cifre che possono svanire, i gusti evolvono. Tuttavia, se ti siedi al pianoforte e presti attenzione solo alla musica, allora nessuno potrà portarti via nulla. La musica che creo è fondamentale per me, è la mia identità e mi riconoscono per essa. La musica intrattiene, proprio come può fare un reality come Temptation Island. Ognuno ha le proprie preferenze. È importante non avere sempre in mente il numero uno delle classifiche. Ecco il consiglio: calmati, cobra!». Cosa ne pensa dei recenti diss sui social? «Li trovo divertenti e mi sono divertito. Dopo “Tango”, “Fango”. E poi “Rave, Eclissi”, “CalmoCobra”. Le piace giocare con le parole? «Sì, adoro. Mi piace mantenere una coerenza. “Fango” è la prima canzone del disco ed è anche la prima che ho composto. Non voglio smettere di emozionarmi per le piccole cose, voglio sempre avere la necessità di comunicare, anche attraverso il fango. A quel tempo, mi sentivo davvero immerso in esso; dovevo capire dove fossero le mie radici, chi ero e cosa mi rendeva felice. Quando l’ho scritta, non c’era nemmeno questo studio di registrazione in cui ci troviamo ora (uno spazio bellissimo nel cuore di Milano, ndr) dove lavoro». Da Punk Love Storia a Vaniglia, fino ai Radiohead. Questi titoli rappresentano anche dei legami umani in generale. «Sì, ed era proprio l’aspetto che desideravo trasmettere». In una strofa, intona “Non me lo so spiegare”.
Come ha reagito Tiziano Ferro? «L’ho contattato, naturalmente. Ha ascoltato il brano e, se non mente, si è divertito molto. Mi piacerebbe lavorare con lui. Mi sono entusiasmato a inserire quel frammento». Il disco ha una dedica? «Sì, è dedicato alla mia famiglia, alla mia compagna e al mio manager. Al centro di tutto ci sono le relazioni umane. In CalmoCobra ho fatto un’introspezione e ho messo a nudo il mio stato d’animo». E qual è il suo stato d’animo attuale? «È positivo. È un periodo interessante. Ho vissuto diverse esperienze. Ho chiesto a Sara, la mia partner, di andare a vivere insieme. Ho incontrato molte persone, tutte al di fuori del settore musicale. Tra poche settimane partirà il mio tour da Jesolo, che toccherà diversi palazzetti. Mi sento bene». Annalisa parteciperà? «Sì, a qualche data, a meno che non sia in viaggio di nozze». Tananai, hai un sogno nel cassetto? «Ne ho molti. Ma uno è già diventato realtà. Ho collaborato recentemente con Francesco Bianconi. Spero che il brano esca presto, non vedo l’ora». Ha gli occhi arrossati. «Li ho sempre così, sia quando sono triste che quando sono felice. Parlare del disco mi riempie di gioia».