Milano, 9 gen. (Adnkronos/Labitalia) – Sul lavoro tutte le persone hanno le stesse prospettive, gli stessi obiettivi, gli stessi diritti? O, magari in maniera subdola, persistono discriminazioni riconducibili all’orientamento sessuale, all’identità di genere, all’età e all’etnia o a qualsiasi disabilità? Pare quasi anacronistico domandarselo. Eppure, c’è ancora tanto da fare per azzerare quel gender gap che persiste fra i computer e le scrivanie di tanti uffici.
Non a caso il Piano nazionale di ripresa e resilienza invita in maniera netta a promuovere una maggiore e diffusa inclusione nelle dinamiche sociali e negli ambiti professionali. E' anche sulla base di questi stimoli che l’agenzia di comunicazione integrata Take ha messo in atto un piano strategico che le ha permesso di ottenere la certificazione della parità di genere. Un traguardo non scontato che evidenzia l’impegno a promuovere la trasparenza in tutti i processi aziendali e a incentivare una piena e concreta inclusività. Duplice l’obiettivo: contrastare qualsiasi tipologia di discriminazione e, di pari passo, assicurare una maggiore e diffusa qualità del lavoro, equiparando per tutti le opportunità di crescita professionale e, non ultimo, tutelando la genitorialità.
Un riconoscimento importante per Take, assegnato da Bureau veritas, organismo di certificazione del circuito Accredia (l’ente italiano di Accreditamento) chiamata a valutare, anche sulla base di interviste alle persone che quotidianamente animano l’agenzia, la conformità ad alcuni fondamentali key performance indicator attinenti a 6 aree di riferimento: cultura e strategia, governance, processi hr, opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, equità remunerativa per genere, tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Take ha individuato e messo in atto una serie di azioni concrete tese proprio a stimolare le opportunità di un cambiamento strutturale e culturale dell’organizzazione. Ha ad esempio stabilito di promuovere al suo interno un appuntamento culturale formativo annuale dedicato alle tematiche dell’inclusività. Ha adottato una procedura di recruiting/onboarding a favore della parità di genere. Ha potenziato le misure di conciliazione vita-lavoro. E altro ancora.
A livello globale, il raggiungimento dell'uguaglianza di genere e della emancipazione di tutte le donne rappresenta uno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che gli Stati si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. 'La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace'. (Obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’Onu). Ma i progressi sono lenti e i divari di genere persistono nel mondo del lavoro – a livello di retribuzioni, posizioni dirigenziali, assistenza e pensioni – così come nella vita politica e istituzionale.
“Quello dell’inclusività è un gene che da sempre fa parte del nostro dna. Abbiamo fortemente desiderato questa certificazione. L’abbiamo cercata, richiesta e ottenuta. Non certo per inanellarla in un medagliere quanto piuttosto per dimostrare in primis a noi stessi la concretezza del nostro impegno nel provare ad azzerare ogni tipo di discriminazione”, sottolinea Marco Di Marco, ceo di Take.
Proprio sul fil rouge dell’inclusività si dipana in maniera trasversale in tutti gli ambiti dell’Agenzia il progetto di gruppo denominato We take part che, in chiave esg, è teso a sviluppare competenze, progetti e azioni in grado di generare un impatto positivo per la collettività e l’ambiente. Una responsabilità quotidiana, riconosciuta dalla Silver medal di EcoVadis, che premia gli sforzi nell’integrare la sostenibilità nella cultura e nelle strategie di sviluppo. “Il nostro è davvero un impegno quotidiano. Recentemente abbiamo messo a punto Inclusive talk, un tool AI Based (basato su Intelligenza Artificiale) che permette di trasformare ogni testo nella sua versione più inclusiva, ripulita da termini equivoci o inopportuni”, conclude Marco Di Marco.