L’indipendentista Lai Ching-te, detto William Lai, ha vinto alle elezioni di Taiwan con più del 40% di voti.
La vittoria di William Lai
Secondo il sistema elettorale taiwanese, vince chi ottiene il maggior numero di voti e non sono previsti ballottaggi
I rivali principali alla presidenza erano due e al secondo posto è arrivato Hou You-ih, del partito d’opposizione nazionalista.
Lai prenderà il posto dell’attuale presidente Tsai Ing-wen, anche lui membro del Partito democratico progressista (Dpp), a maggio.
Commenta il vincitore: “Questa sera abbiamo dimostrato al mondo quanto Taiwan abbia a cuore la sua democrazia. Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia, dimostrando al mondo quanto abbiamo a cuore la nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile. Il popolo taiwanese ha resistito con successo alle pressioni di forze esterne per influenzare le elezioni. Ma noi crediamo che solo il popolo di Taiwan abbia il diritto di scegliere il proprio presidente.”
Il gelo di Pechino
Non si è fatta attendere la reazione di Pechino che ha subito frenato gli entusiasmi dicendo che, nonostante la vittoria della linea indipendentista, la “riunificazione è inevitabile” e che la Cina si opporrà “con forza alle attività separatiste mirate all’indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere.”
Ha dunque dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying: “La questione di Taiwan è un affare interno della Cina. Qualunque cambiamento avvenga a Taiwan, il fatto fondamentale che esiste una sola Cina nel mondo e che Taiwan è parte della Cina non cambia.”