Una donna torinese di 55 anni che soffriva di depressione dopo la morte del figlio adolescente, deceduto a causa di una malattia degenerativa, è ricorsa al suicidio assistito in Svizzera il 12 ottobre.
La famiglia era all’oscuro della decisione e il marito è stato avvisato della morte tramite una mail, finita nello spam.
La morte comunicata tramite mail
Il legale della donna ha ricevuto le sue ultime volontà un’ora prima della morte tramite un SMS proveniente da un numero anonimo. “Per favore, vai a casa, stacca le utenze, regala i miei vestiti in beneficenza e affida a mio marito l’urna con le ceneri di nostro figlio.”
Allarmato l’avvocato ha contattato il marito della donna, un imprenditore, che al momento si trovava in Canada.
L’uomo ha quindi scoperto di aver ricevuto una mail dalla clinica, finita nello spam, che comunicava l’avvenuto decesso della moglie. Alcuni giorni dopo gli è stata recapitata l’urna con le ceneri e il certificato di morte.
Le parole del marito
Racconta il marito della donna a Repubblica: “Già a luglio mia cognata aveva scoperto che Marta stava andando in una clinica svizzera nella quale si pratica il suicidio assistito.
Abbiamo raggiunto Marta e l’abbiamo fatta ragionare. Ci aveva tranquillizzati, assicurandoci di avere accantonato l’idea. Dopodiché abbiamo scritto all’associazione spiegando che mia moglie aveva subito un grave lutto, che stava passando un periodo di depressione e che chiedevamo di poter essere messi in contatto con la figura che la stava seguendo nel percorso di suicidio assistito. Non abbiamo mai ricevuto risposta.”