Superbonus, emendamento "spalma-crediti" per il 2024: cosa prevede

Con l'emendamento "spalma-crediti" contenuto nel Decreto Superbonus la detrazione fiscale avverà in dieci anni

Il governo ha varato l’emendamento al Decreto Superbonus, declinando le disposizioni in sei pagine.

Tra queste, spicca la modalità di ripartizione delle detrazioni per le spese connesse al Superbonus sostenute nel 2024.

Superbonus, cosa prevede l’emendamento “spalma-crediti”

La detrazione avverrà in dieci quote annuali di pari entità. Sono state anche delineate norme specifiche per le istituzioni bancarie, che entreranno in vigore a partire dal 2025. Una delle principali modifiche riguarda il divieto per le banche di compensare i crediti del Superbonus con debiti previdenziali a partire dal 2025, estendendo tale disposizione anche agli studi finanziari, ma escludendo le persone fisiche.

Per la rateizzazione dei crediti bancari e delle società appartenenti a gruppi finanziari o assicurativi, si prevede la suddivisione in sei rate annuali di pari entità a partire dal 2025. È importante notare che le rate dei crediti risultanti da questa nuova ripartizione non possono essere cedute o ulteriormente ripartite ad altri soggetti.

Detrazione in 10 anni

Quello che è stato rinominato “Spalma-crediti” prevede la detraibilità delle spese per interventi fino a dieci anni, con un ammontare totale di detrazioni fruibili stimato a quasi 12 miliardi di euro tra il 2024 e il 2025.

La relazione tecnica allegata all’emendamento specifica che sono stati considerati circa 6.211 milioni di euro di detrazioni disponibili per il 2024 e circa 5.780 milioni di euro per il 2025, secondo le previsioni di bilancio. Le direttive non saranno applicate ai soggetti che hanno acquistato i crediti derivanti dalle detrazioni a un prezzo pari o superiore al 75% dell’importo delle detrazioni corrispondenti. Questo significa che gli istituti finanziari che hanno comprato tali crediti senza grandi sconti non verranno penalizzati.

Riqualificazione delle zone sismiche

Il testo prevede anche altri provvedimenti, tra cui un fondo da 35 milioni di euro per il 2025 destinato agli interventi di riqualificazione nelle zone colpite da piccoli eventi sismici. La riforma annovera infine finanziamenti per un totale di 100 milioni di euro per il 2025 per la riqualificazione energetica e strutturale realizzata dagli “enti del terzo settore, dalle onlus, dalle organizzazioni di volontariato e dalle associazioni di promozione sociale“, come riportato dall’Ansa.