Il Veneto potrebbe essere la prima regione in Italia ad avere una legge sul suicidio assistito: oggi il Consiglio regionale discuterà la proposta di legge dell’associazione Luca Coscioni, che prevede una regolamentazione del suicidio assistito.
In Italia, il suicidio assistito è legale dopo la sentenza della Corte costituzionale nel 2019, ma non è disciplinato da alcuna legge nazionale.
Leggi anche: Il compleanno di Giorgia Meloni: la carriera della prima premier donna in Italia
Le parole di Zaia
Luca Zaia, intervenuto durante il dibattito, ha dichiarato: “Oggi non autorizziamo un bel niente. Al di là di quello che si è detto a livello nazionale, discutiamo un progetto che introduce dei tempi e il ruolo della sanità.
Ero in Parlamento quando Beppino Englaro chiese di staccare le macchine a sua figlia. Eluana morì perché la sentenza di un Tar decise di dare l’ok alla sospensione dei sostegni vitali. Con una legge nel 2017 si sono poi introdotte in questo Paese le disposizioni anticipate di trattamento, e ciascun cittadino italiano può andare allo Stato civile del proprio Comune o da un notaio, stabilendo quali saranno i livelli di cura massima sostenibili che potrebbe accettare.
Poi è arrivata la sentenza che introduce il tema che oggi discutiamo. I sanitari e i comitati etici delle Ulss sono chiamati a dare risposta in virtù di questa sentenza, che dice che se il malato terminale ha diagnosi infausta, e se è in vita solo grazie a supporti vitali, si può recare dal suo medico di base, e il comitato medico dell’Ulss gli dovrà dare risposta. Noi ci stiamo muovendo in questo contesto” ha evidenziato il Presidente della regione, che ha annunciato il suo voto favorevole: “La Lega ha lasciato totale libertà di voto, e mi pare strano che ci siano indicazioni politiche su un tema etico come questo.
Non siamo minimamente interessati o preoccupati di quello che sarà l’esito del voto“.
I punti stabiliti dai giudici
La proposta di legge dell’associazione tocca i punti stabiliti dai giudici: la persona che ne fa richiesta deve essere in grado di prendere decisioni libere e consapevoli; deve essere affetta da una patologia irreversibile e fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ritiene intollerabili; deve “essere tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, come un ventilatore o un respiratore meccanico ma anche una cura farmacologica che, se interrotta, porterebbe alla morte del paziente.
Fratelli d’Italia e Forza Italia, a differenza di Zaia, hanno già annunciato il proprio voto contrario, sostenute da associazioni come Family Day, Scienza & Vita e il Movimento per la Vita.
Leggi anche: Meloni ricorda Giuseppe Girolamo della Costa Concordia: esempio di altruismo e coraggio