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Giovanni Barreca, 54 anni, ha ucciso la moglie Antonella Salamone e due dei tre figli, Kevin ed Emanuel, perché convinto che fossero posseduti dal demonio.
Strage di Palermo, chi sono i “fratelli di Dio”
Le indagini condotte dai carabinieri hanno collegato il killer ad altre due persone, Sabrina Fina e Massimo Carandente, che lo avrebbero aiutato a pianificare la strage. Il 54enne avrebbe conosciuto la coppia grazie degli incontri di preghiera che si tenevano in una chiesa evangelica. Sembrerebbe che i tre avessero in mente da tempo di compiere la carneficina, con l’obiettivo dichiarato di liberare la casa di Barreca dai demoni.
L’uomo si era rivolto a Fina e Carandente proprio perchè credeva che l’abitazione in cui viveva ad Altavilla Milicia fosse infestata da una presenza maligna, che si era impossessata anche della moglie e dei due figli.
Emergono macabri dettagli
L’inchiesta ha fato emergere particolari raccapriccianti sui delitti. Analizzando i social della coppia risulta chiaro il fanatismo religioso, che li avrebbe condotti a compiere il triplice omicidio. Le indagini hanno infatti determinato che Sabrina Fina e Massimo Carandente avrebbero effettivamente preso parte al massacro.
Secondo le ricostruzioni la prima ad essere uccisa è stata Antonella Salamone, forse dieci giorni prima del ritrovamento. Gli abiti e gli oggetti rinvenuti accanto alle spoglie carbonizzate fanno presupporre che sia avvenuto anche un rito satanico. “Mia sorella mi ha detto che queste due persone sono entrate nella loro famiglia. Gli dicevano che i demoni erano dentro mia sorella e mio nipote e dovevano essere bruciati e sepolti” le parole di Calogero Salamone, fratello della vittima.
Risparmiata la figlia maggiore
Nella notte di sabato Barreca ha chiamato i carabinieri, confessando l’accaduto. Una volta giunti sul posto gli uomini dell’Arma si sono trovati davanti ad uno spaventoso scenario. Sui corpi dei due figli, di 15 e 5 anni, morti per soffocamento, sono stati rinvenuti segni di lividi e ferite, che hanno portato gli investigatori a pensare che fossero stati torturati prima di essere uccisi. L’unica sopravvissuta è la figlia maggiore, di 17 anni.
La ragazza si trovava in casa al momento degli omicidi, ma ne è uscita illesa sebbene fosse in evidente stato di shock.