A 24 ore dai fatti, rimangono molti dubbi sulle motivazioni e sul comportamento del 17enne che, a Paderno Dugnano (Milano), ha accoltellato a morte il fratello minore, la madre e il padre.
Strage di Paderno Dugnano: il racconto dei carabinieri sul tragico evento
Dopo la strage familiare, il giovane è stato trovato in stato di calma e lucidità, inizialmente fornendo una versione falsa dell’accaduto. Solo 12 ore dopo, ha cambiato atteggiamento, ammettendo tutte le responsabilità.
Come raccontato dal tenente Luigi Ruzza, comandante della stazione dei Carabinieri di Paderno Dugnano, durante una conferenza stampa al Comando provinciale di Milano, i militari intervenuti hanno trovato il ragazzo seduto sul muretto d’ingresso, tranquillo.
A terra giaceva un coltello da cucina insanguinato, mentre il giovane aveva macchie di sangue sui vestiti, sulle mani e sulle braccia. I carabinieri, dopo averlo tranquillizzato, sono entrati in casa, scoprendo la scena del crimine.
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I primi a intervenire sono stati gli uomini del Nucleo radiomobile, chiamati dopo che il ragazzo stesso aveva allertato il 118, che aveva immediatamente girato la chiamata alla centrale dei Carabinieri.
Gli agenti, dotati di bodycam, sono entrati nella villetta, trovando i tre corpi nella camera del giovane, tutti colpiti da numerosi fendenti. In un primo momento, il 17enne ha raccontato di aver ucciso il padre perché questi aveva ucciso la madre e il fratello. Tuttavia, 12 ore dopo, ha ritrattato la sua versione e confessato di essere l’autore degli omicidi.
Durante l’interrogatorio, ha mostrato poche emozioni, se non qualche lacrima, ma senza mai cedere a scene di disperazione.
“Non è mai esploso in un pianto dirotto”, ha dichiarato un investigatore, evidenziando la sua sorprendente calma nonostante il crimine commesso.