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Strage di Erba, il verdetto della Cassazione sulla richiesta di revisione del processo

Strage Erba Cassazione

La Cassazione mette la parola fine al complesso percorso giudiziario sulla strage di Erba.

La Corte di Cassazione chiude il lungo iter giudiziario sulla strage di Erba, esaminando l’ultimo ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo. L’istanza contestava la decisione della Corte d’Appello di Brescia, che il 10 luglio scorso si era già pronunciata sulla richiesta di revisione della sentenza.

Strage di Erba, la speranza di Olindo e Rosa per la revisione del processo

Sono passati anni dalla strage di Erba dell’11 dicembre 2006, ma il ricordo resta vivo. Le vittime: Raffaella Castagna, il piccolo Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini. Uccisi con spranghe e coltelli, poi il fuoco per cancellare tutto. Ma un errore: Mario Frigerio sopravvive e testimonia.

Olindo Romano e Rosa Bazzi vengono condannati all’ergastolo, ma la difesa non si arrende. L’avvocato Fabio Schembri insiste: “Nuove prove potrebbero ribaltare tutto. Per la Procura sono solo ipotesi infondate.

I due coniugi avevano riposto la loro ultima speranza nella revisione del processo. Oggi, martedì 25 marzo, la Corte di Cassazione si è pronunciata, mentre fuori dall’aula l’attesa era carica di tensione. Gli avvocati, con lo sguardo rivolto al futuro, erano pronti a conoscere l’esito, pur sapendo che le possibilità erano minime. Tutto, ormai, era stato già deciso.

“Olindo e Rosa sanno del ricorso e attendono. Hanno avuto parecchie delusioni ma sperano che sia accolto”, ha commentato l’avvocato Fabio Schembri, difensore dei due coniugi, prima della sentenza.

Strage di Erba, la sentenza della Cassazione sulla revisione del processo

La Corte di Cassazione ha posto fine alla lunga vicenda giudiziaria della strage di Erba, confermando la sentenza definitiva. I giudici supremi hanno respinto il ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo, ribadendo la decisione della Corte d’Appello di Brescia, che già il 10 luglio scorso aveva negato la revisione del processo.

La sentenza ha seguito le indicazioni del procuratore generale della Cassazione, che aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso, ritenendo prive di fondamento le presunte nuove prove presentate dalla difesa. Secondo il Pg Giulio Monferini, gli elementi portati a sostegno della revisione non erano in grado di mettere in discussione le basi della condanna: la testimonianza del sopravvissuto Mario Frigerio, le confessioni degli imputati e le tracce di sangue rinvenute.

La difesa ha sollevato dubbi sull’attendibilità della testimonianza di Frigerio, sostenendo che fosse compromessa dall’inalazione del fumo durante l’incendio appiccato dagli assassini. Tuttavia, per i giudici bresciani, la sua versione è rimasta credibile. Anche le confessioni iniziali di Olindo e Rosa, successivamente ritrattate, sono state ritenute valide, nonostante la difesa le avesse descritte come influenzate dagli inquirenti e dalla fragilità psicologica dei due imputati. Inoltre, è stata confermata la rilevanza della macchia di sangue di Valeria Cherubini rinvenuta sull’auto di Olindo, considerata una prova solida e incontestabile.

Valuteremo ricorso alla Corte Europea ma noi oggi ci attendevamo un annullamento da parte della Cassazione. Aspetteremo di leggere le motivazioni per poi decidere cosa fare. La strada del ricorso alla giustizia europea era già stata intrapresa per quanto riguarda la sentenza di merito, in questo caso la intraprenderemmo per la questione legata alla revisione”. Queste le parole del legale di Bazzi e Romano dopo la sentenza.