Domani sarà passato un anno dalla strage di Brandizzo (Torino) Nella notte tra il 30 e il 31 agosto 2023 cinque uomini vennero travolti da un treno lanciato a 160 km/h mentre stavano svolgendo dei lavori di manutenzione sui binari.
Un anno dopo i familiari di Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Aversa e Giuseppe Saverio Lombardo chiedono ancora che sia fatta giustizia.
Le parole dei familiari
Sono arrabbiati i familiari delle cinque vittime che, dopo un anno, sentono che non è ancora stata fatta completa luce sulla vicenda: l’inchiesta infatti non è ancora chiusa.
Afferma Edoardo Aversa, fratello di Giuseppe: “È passato un anno e non abbiamo avuto risposte, non sappiamo ancora chi siano i colpevoli, non abbiamo ancora neanche potuto ritirare gli effetti personali dei nostri cari. Non ci interessano i risarcimenti, ci interessa che ci dicano come sono andate le cose e che si faccia giustizia”.
Continua dicendosi “deluso perché ad oggi non abbiamo nessuna risposta, non c’è stata nessuna punizione. Spero che venga fatta giustizia nel vero senso della parola.”
I rischi sulla sicurezza
Conclude Edoardo Aversa: “Giuseppe era molto attento alla sicurezza, non gli piaceva rischiare. È stato fatto tutto a loro insaputa, se avessero saputo non si sarebbero messi sui binari”.
Affermazione che trova riscontro anche nelle parole di Antonio Veneziano, un ex dipendente della Sigifer, che a settembre aveva affermato che erano abituati a lavorare anche senza autorizzazioni.