Le indagini sulla tragica strage di Altavilla Milicia stanno mettendo in crisi la linea difensiva di Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia accusata di aver partecipato alle torture e agli omicidi di Antonella Salamone e dei suoi figli Emanuele e Kevin.
Strage di Altavilla: la coppia di santoni era nella villa durante l’esorcismo
Secondo quanto emerso dalle analisi dei tabulati telefonici, effettuate su input della Procura di Termini Imerese, la versione fornita dai due imputati sembrerebbe non reggere. Carandente e Fina avevano infatti sostenuto di aver preso parte solo ai rituali religiosi di liberazione dal demonio, senza essere presenti durante i giorni delle torture e dei delitti, durati oltre 48 ore.
Al contrario, i dati dei telefoni cellulari confermano quanto dichiarato da Giovanni Barreca, marito di Antonella e padre delle due vittime, e dalla loro figlia 17enne, entrambi rei confessi. Secondo il loro racconto, Carandente e Fina, conosciuti durante incontri di preghiera, hanno avuto un ruolo attivo sia nelle torture che negli omicidi.
Strage di Altavilla: la coppia era nella villa durante l’esorcismo
La ricostruzione degli inquirenti è drammatica: i due ragazzini sono stati seviziati e uccisi, mentre la madre Antonella Salamone è stata assassinata e poi bruciata.
Questa brutale strage, avvenuta all’interno della villetta di Altavilla Milicia durante una sorta di esorcismo, ha sconvolto l’intera comunità.
Le nuove prove emerse dai tabulati telefonici mettono dunque in discussione la linea difensiva della coppia di indagati, che ora dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni. L’indagine prosegue per fare piena luce su questo efferato delitto e assicurare alla giustizia tutti i responsabili.