Il 28 luglio 2013, una strage segnò per sempre la comunità di Avellino: un autobus precipitò dal viadotto dell’Acqualonga, provocando la morte di 40 persone. A distanza di anni, la giustizia ha finalmente emesso la sentenza definitiva, chiudendo un capitolo doloroso ma fondamentale per le vittime e le loro famiglie.
La strage del 28 luglio 2013 ad Avellino
La sera del 28 luglio 2013, lungo l’autostrada A16, un autobus Volvo precipitò dal viadotto Acqualonga, vicino a Monteforte Irpino, a causa di un guasto ai freni e della debolezza del guardrail.
L’incidente, che causò la morte di 40 persone, si verificò intorno alle 20:30, quando il pullman, dopo aver danneggiato alcune auto, sfondò il guardrail e cadde nella scarpata sottostante. Nonostante l’immediato intervento dei soccorsi, le condizioni erano gravissime.
Il bus, con a bordo 48 persone, stava percorrendo l’A16 direzione Napoli quando il guasto al sistema di trasmissione lo rese ingovernabile, portando alla tragedia.
Strage bus Avellino, la sentenza definitiva sulla tragedia del 2013
Le condanne a 9 anni per Gennaro Lametta, proprietario del bus, e a 4 anni per Antonietta Ceriola, ex dipendente della motorizzazione civile di Napoli, sono diventate definitive. Anche le condanne per altri dirigenti e dipendenti del Tronco sono confermate.
La Cassazione ha respinto la richiesta di rivalutare le condanne per omicidio colposo nei confronti di Giovanni Castellucci, ex AD di Aspi, e degli altri dirigenti. L’accusa aveva evidenziato il falso certificato di revisione del bus, che non veniva controllato dal 2011. Nel settembre 2023, la Corte di Appello di Napoli ha condannato a sei anni Giovanni Castellucci, Riccardo Mollo, Massimo Giulio Fornaci e Marco Perna, mentre la pena per Nicola Spadavecchia e Paolo Berti è stata ridotta a cinque anni. Tre anni per Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone e Bruno Gerardi.
Il sostituto pg aveva dichiarato che, riguardo alle barriere del viadotto, c’era stata una situazione di incuria protratta per numerosi anni, con il mancato controllo sui tira fondi, sottolineando una colpevole inerzia da parte di chi doveva monitorare e controllare.