Continua in questa fine estate, la violenza cieca, imprevedibile, senza senso.
Paderno Dugnano, un Comune di quasi cinquantamila abitanti in provincia di Milano, una famiglia serena, con una vita serena, lontana da contesti degradati, lontana da quella provincia fatta di droghe e malaffare, una famiglia semplice come tante. Se dovessi immaginarla, me la configuro come quelle famiglie americane, una villetta in un quartiere residenziale, il prato tagliato, il suv, i ragazzi che vanno a scuola.
Proprio ieri stavo guardando un docufilm “What Jennifer did” è la storia di una ragazza che diventa la mandante di un omicidio (la madre) e un tentato (quello del padre) ad opera di tre balordi, il motivo è che il padre non le avrebbe mai fatto fare la vita che voleva, il contesto però era molto diverso, famiglia di immigrati asiatici che volevano per la figlia un futuro migliore fatto di studi e posizionamento sociale, cosa che lei non voleva. Ma mai e sottolineo MAI mi sarei aspettato che una cosa simile potesse accadere a pochi chilometri da me.
Ho già espresso i miei pensieri parlando dell’omicidio Verzeni, ovvero quando si comincia a uccidere senza motivo vuol dire che è la società che è malata, è il nostro piano di evoluzione che è malato e siamo noi che dobbiamo correggerlo.
LA MOTIVAZIONE – Dai media apprendo che il figlio 17enne di questa famiglia ha ucciso senza apparente motivo madre, padre e fratello dodicenne con un coltello da cucina. La motivazione è che si sentiva un corpo estraneo e che eliminarli avrebbe placato questo suo disagio. Avete mai lavorato della carne con un coltello, avete in mente di quanta fatica si fa, della forza che si deve applicare per far affondare il coltello? Davvero, nessuna motivazione?
LA RICOSTRUZIONE – Il ragazzo, senza motivazione se non quella di sentirsi oppresso, scende in cucina, prende un coltello, puo’ ancora riflettere, sale in camera, uccide nel sonno il fratello, i lamenti, molto probabilmente le grida, il sangue che esce non lo infastidisce, nessun ripensamento, molto probabilmente arriva la madre e subisce la stessa sorte, anche qui nessun ripensamento, uccidi la persona che ti ha messo al mondo ma niente, anche qui coltellate mortali (non semplici gesti), arriva il padre, stessa sorte. In tutto questo tempo la sua oppressione non si è placata, neanche dopo essersi liberato dagli oppressori, il suo cervello non da nessun segno. Chiama i soccorsi, tenta un timido alibi, gli inquirenti capiscono subito che è una bugia. E, dopo poche ore, crolla e confessa.
IL DISAGIO – I nostri figli frequentano la scuola, i campi sportivi, gli amici, eppure, nessuno è stato in grado di rilevare un disagio così importante, un disagio che apparentemente è legato alla famiglia, ma penso: crescere in una società in cui i modelli sono così accettati, scusati, schiavi del business, dove la fama non è la conseguenza di un talento ma è una cosa da ricercare a tutti i costi, dove copri scevri di cervello possono arrivare a posizioni di prestigio, non è anche questo opprimente per chi non riesce ad ottenerlo? Era questo che cercava il giovane?
Credo sia ora di cominciare ad inserire in modo stabile e presente uno sportello psicologico nelle scuole, e cominciare a cercare di guarire questa società con modelli sani, l’alternativa è il baratro e ci stiamo lentamente sprofondando.