Nel lontano 1701, uno schiavo che lavorava in una miniera nei pressi del fiume Kistna, trovò uno splendido diamante, uno dei più grandi e belli al mondo; per nascondere il tesoro, il ragazzo si provocò una ferita e lo nascose tra le bende con cui la fasciò per curarla.
Il suo segreto venne scoperto da un marinaio, che uccise il povero schiavo, si impossessò della preziosissima pietra e la vendette per una cifra enorme a un mercante; ma l’uomo non resse al peso del rimorso e si tolse la vita.
La gemma fu acquistata dal duca Filippo II d’Orleans, reggente di Francia durante la minore età di Luigi XV, da qui il nome del diamante, che da allora entrò a far parte dell’immenso patrimonio di proprietà della famiglia reale; durante la Rivoluzione, come è noto, il re e la regina furono ghigliottinati, i familiari condannati a morte o esiliati.
Rubato durante la Rivoluzione, il reggente fu ritrovato da Napoleone, che lo utilizzò per adornare l’elsa della spada; poco dopo fu sconfitto a Waterloo e infine mandato a Sant’Elena.
Oggi il reggente, diamante porta-sfortuna, è conservato a Parigi nel Museo del Louvre.