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Il decreto dovrebbe essere discusso al prossimo Consiglio dei Ministri ma l’attuale bozza entra nella discussione sulla possibilità o meno di realizzare impianti fotovoltaici in aree classificate agricole.
La bozza del decreto legge sugli impianti fotovoltaici
Il decreto è del ministero dell’Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida.
Il provvedimento denominato “Disposizioni finalizzate a limitare l’uso del suolo agricolo” non è ancora approdato in Consiglio dei ministri e se dovesse essere confermato anche nella stesura definitiva andrebbe a incidere sull’articolo 20 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, aggiungendo dopo il comma 1, un comma 1-bis così formulato:
«Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’istallazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra di cui all’articolo 6-bis, lettera b) del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28. I procedimenti di autorizzazione in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto sono conclusi ai sensi della normativa previgente».
Le parole del presidente di Italia Solare, associazione delle imprese del fotovoltaico
«Il decreto del ministero dell’Agricoltura che vuole proibire i pannelli solari sui terreni agricoli non fa gli interessi del settore agricolo, dove c’è tanto consenso per l’agrivoltaico, e neppure quelli dei cittadini italiani, che vogliono indipendenza energetica e bollette basse».
Inoltre, il presidente, aggiunge:
«Non fare l’agrivoltaico vuol dire rallentare la transizione energetica, e confermare la dipendenza del paese dai combustibili fossili provenienti da Paesi instabili».
Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli a favore della proposta
«La scelta di inibire l’installazione di parchi fotovoltaici nelle aree agricole è una scelta rivoluzionaria e di civiltà non solo nel solco dell’articolo 9 della Costituzione ma anche della sovranità e indipendenza agricola e alimentare. Quello che stiamo vedendo in tanti paesi del Lazio, in Puglia, in Sardegna, Molise e Abruzzo dimostra quanto l’ambientalismo di sinistra sia ipocrita, falso e controproducente».