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Il possibile ritiro degli Stati Uniti fuori dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) potrebbe segnare un radicale cambiamento per la salute globale. Donald Trump aveva già provato ad iniziare il processo di ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità durante la pandemia di Covid-19, anche se era stato Joe Biden ad aggiudicarsi la corsa alla Casa Bianca ed aveva fermato il procedimento. Ora Trump ritenta, come promesso in campagna elettorale: il presidente degli Stati Uniti avrebbe firmato un nuovo ordine esecutivo per dare l’avvio al processo di ritiro degli Stati Uniti dall’OMS. Il presidente, ormai insediato alla Casa Bianca, ha appena approvato il documento, uno dei tanti provvedimenti esecutivi firmati già dal primo giorno di mandato.
Stati Uniti fuori dall’OMS: la risposta dell’Organizzazione
Per OMS si intende l’agenzia sanitaria specializzata delle Nazioni Unite, con il compito di coordinare e rispondere a livello mondiale alle minacce sanitarie globali. Inoltre si occupa di fornire assistenza tecnica ai paesi in difficoltà, aiutando nella distribuzione di vaccini, forniture e trattamenti scarsi e stabilendo le linee guida per svariate condizioni di salute, tra cui la salute mentale e il cancro. Nella nota OMS diffusa stamattina, l’organizzazione ha palesato “rammarico” per la decisione. Il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic, durante una conferenza stampa a Ginevra, ha affermato: “Ci auguriamo che gli Stati Uniti riconsiderino la loro posizione e siamo pronti a impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere il partenariato tra gli USA e l’OMS, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo”. Durante la pandemia di Covid-19, Trump aveva già operato il tentativo di portare gli Stati Uniti fuori dall’OMS. Il 29 maggio 2020, aveva annunciato che gli USA avrebbero interrotto i rapporti con l’OMS, per reindirizzare i fondi alle urgenze sanitarie interne, sporgendo delle critiche all’organizzazione per il modus operandi della gestione dell’emergenza sanitaria globale. Il 6 luglio 2020, gli Stati Uniti avevano notificato ufficialmente ad António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite, l’intento di ritirarsi dall’OMS.
Le reazioni al tentativo di ritiro
Di tutta risposta, 750 leader del mondo accademico, scientifico e giuridico si erano espressi esortando il Congresso degli Stati Uniti a stoppare l’azione del presidente. Lawrence Gostin, esperto di salute pubblica globale e professore alla Georgetown University, aveva ricordato quanto segue in un commento pubblicato su Lancet dall’emblematico titolo: “Il ritiro degli Stati Uniti dall’OMS è illegale e minaccia la salute e la sicurezza globale e degli Stati Uniti”. Gli USA sono uno dei membri fondatori dell’OMS nel 1948, partecipando attivamente a definire e a gestire le attività dell’organizzazione fin dagli albori, assieme ad altri 193 Stati Membri, tramite la loro partecipazione attiva all’Assemblea Mondiale della Sanità e al Consiglio Esecutivo. Secondo la costituzione dell’OMS, non è prevista la possibilità di un ritiro volontario. Vi sono delle regole che prevedono un preavviso di un anno e il pagamento delle quote arretrate per lasciare l’organizzazione, motivo per cui, con l’insediamento di Joe Biden nel gennaio 2021, la decisione fu annullata.
Le accuse mosse da Trump all’OMS
La firma di un ordine esecutivo come questo nel primo giorno di mandato aumenta le più probabilità che gli Stati Uniti lascino di fatto l’organizzazione. Nell’ordine esecutivo è specificato come il ritiro degli Stati Uniti sarebbe dovuto alla “cattiva gestione della pandemia di Covid-19, emersa a Wuhan, Cina, e di altre crisi sanitarie globali, al fallimento nell’adottare riforme urgenti necessarie e all’incapacità di dimostrare indipendenza dall’influenza politica inappropriata degli stati membri dell’OMS”. Si sottolinea inoltre come i contributi finanziari richiesti agli Stati Uniti siano “eccessivamente onerosi” rispetto a quelli di altri stati. Nella precedente amministrazione, Trump criticava l’OMS per essere troppo “filocinese“ nel gestire della pandemia di Covid-19, con l’accusa di favorire Pechino per quanto concerne l’emanazione delle linee guida. Sull’eventuale ritiro degli USA dall’OMS, come si evince da un’analisi pubblicata su Science, “le conseguenze potrebbero essere drammatiche. Oltre alle quote associative di circa 110 milioni di dollari all’anno, gli Stati Uniti sono i maggiori donatori volontari, contribuendo con 1,1 miliardi di dollari nel 2022 e nel 2023. Tutto sommato, il Paese fornisce circa un quinto del bilancio dell’OMS. Altri membri potrebbero compensare parte della differenza, come hanno fatto quando Trump ha tagliato i contributi degli Stati Uniti durante il suo primo mandato”.
Gli effetti sui rapporti OMS-USA
Inoltre, un’uscita degli Stati Uniti farebbe venir meno anche i legami dell’OMS con le agenzie statunitensi di rilevanza mondiale come i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e la Food and Drug Administration (FDA), che attualmente si occupano di fornire indicazioni all’OMS su vari argomenti e ricevono informazioni essenziali in cambio. Come si spiegato su Science, “negli anni passati, gran parte del denaro donato dagli Stati Uniti è stato utilizzato per rispondere a epidemie e altre emergenze. Perdere quei fondi limiterebbe la capacità dell’OMS di reagire rapidamente”, come affermato da Jeremy Konyndyk, presidente di Refugees International. Sarebbe un cattivo affare per gli Stati Uniti, afferma, “perché l’OMS svolge un lavoro che nessun’altra organizzazione svolge attualmente. Il Paese perderebbe la sua voce influente all’Assemblea mondiale della sanità, un incontro annuale degli stati membri che elegge il direttore generale, esamina e approva il bilancio dell’OMS e stabilisce le politiche su questioni come l’eradicazione delle malattie, il controllo del tabacco e l’equità dei vaccini. La Cina probabilmente assumerebbe un ruolo molto più importante”. La decisione di Trump di lasciare l’OMS è stata criticata dagli esperti di salute pubblica, che hanno avvertito che ciò potrebbe avere conseguenze significative per la salute degli americani.
Le conseguenze dell’uscita degli Stati Uniti dall’OMS
Come fatto presente in una nota ufficiale diffusa questa mattina, l’organizzazione “svolge un ruolo cruciale nella protezione della salute e della sicurezza delle persone di tutto il mondo, inclusi gli americani, affrontando le cause profonde delle malattie, costruendo sistemi sanitari più solidi e individuando, prevenendo e rispondendo alle emergenze sanitarie, comprese le epidemie, spesso in luoghi pericolosi dove altri non possono intervenire”. “Per oltre sette decenni”, si legge nella nota, “l’OMS e gli Stati Uniti hanno salvato innumerevoli vite e protetto gli americani e tutte le persone dalle minacce sanitarie. Insieme, abbiamo debellato il vaiolo e portato la poliomielite sull’orlo dell’eradicazione. Le istituzioni americane hanno contribuito e beneficiato della loro adesione all’OMS. Con la partecipazione degli Stati Uniti e degli altri Stati Membri, negli ultimi sette anni l’OMS ha implementato il più ampio programma di riforme della sua storia, trasformando la responsabilità, l’efficienza economica e l’impatto nei paesi in cui opera. Questo lavoro prosegue”.