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Stati Uniti, colpite le milizie legate all'Iran in Iraq e Siria

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Gli Stati Uniti hanno intrapreso una serie di attacchi di rappresaglia contro le milizie sostenute dall'Iran

Venerdì Washington ha condotto raid aerei su 85 obiettivi in sette località dell’Iraq e della Siria, contro le milizie sostenute da Teheran che hanno compiuto attacchi ai danni delle truppe statunitensi in Medio Oriente.

Stati Uniti, colpite le milizie legate all’Iran

La rappresaglia degli Stati Uniti è stata una risposta all’attacco di un drone da parte di militanti iraniani, contro un avamposto militare statunitense in Giordania, che ha ucciso tre soldati e ne ha feriti più di 40. Il Comando centrale Usa ha confermato in un comunicato che sono stati effettuati attacchi aerei in Iraq e Siria “contro la Forza Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell’Iran e gruppi di miliziani affiliati“. Il Pentagono ha inoltre specificato che l’offensiva ha preso di mira centri di intelligence, depositi di razzi e missili, veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e di fornitura di munizioni.

L’obiettivo è evitare una guerra

È interesse dell’amministrazione americana scoraggiare e fermare ulteriori controffensive ed evitare allo stesso tempo lo scoppio di un conflitto su larga scala con Teheran, in una regione già dilaniata dalla guerra tra Israele e Hamas. Damasco e Bagdad hanno definito l’aggressione statunitense una “violazione” avvertendo che potrebbe destabilizzare ulteriormente il Medio Oriente. Il presidente Joe Biden ha tuttavia dichiarato in un comunicato che la risposta militare degli Usa “continuerà nei tempi e nei luoghi di nostra scelta“, aggiungendo “Gli Stati Uniti non cercano il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma che tutti coloro che potrebbero cercare di farci del male lo sappiano: Se fate del male a un americano, noi risponderemo“. Il Segretario alla Difesa Lloyd Austin ha commentato che gli attacchi sono da intendersi come “L’inizio della nostra risposta“.