Da alcuni giorni gira in televisione il nuovo spot di Amica Chips, in cui la bontà delle famose patatine viene associata alla sacralità di un gesto iconico nella fede cristiana: il momento di ricevere l’ostia.
Proprio per il tema molto delicato e sensibile, l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, ne ha richiesto lo stop.
Lo spot Amica Chips
Le suore stanno ricevendo l’ostia dal sacerdote, in fila indiana e in religioso silenzio, come un momento così sacro richiede. Nel mentre, un’altra suora di nascosto mangia le patatine di Amica Chips e rompe il silenzio.
Questo il nuovo spot Amica Chips che sta girando in tv in questi giorni e che ha scatenato diverse polemiche, specialmente nei più credenti.
Lo spot pubblicitario è finito nel mirino dell’Aiart ma anche di diversi utenti, che si sentono offesi da queste immagini. La funzione religiosa in questione perde valore e secondo il Comitato di Controllo dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, la campagna viola l’articolo 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, ovvero quello in merito a Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona.
La nota dello Iap in merito allo spot di Amica Chips
In una nota l’Istituto ha spiegato che la campagna offende le convinzioni morali, civili e religiose. Molte sono le segnalazioni ricevute dagli utenti, poiché fra l’altro ci sono tutti gli elementi di un vero contesto religioso, con tanto si Ave Maria di Schubert in sottofondo.
Anche lo slogan finale è offensivo, si legge infatti: “Amica Chips, il divino quotidiano”.
Adesso l’azienda avrà a disposizione sette giorni per ribattere all’accusa, ovvero l’aver strumentalizzato una valore (la fede religiosa in questo caso) per fini puramente commerciali.