Non è passata inosservata l’iniziativa di Netanyahu per limitare l’accesso agli arabi alla Spianata delle moschee durante il Ramadan. Una richiesta che però è stata avanzata dal ministro della Sicurezza nazionale nonostante il parere contrario dello Shin Bet. Ma Hamas non ci sta e dichiara che con questa decisione Israele viola la libertà di culto.
Una decisione “equilibrata”
Di parare diametralmente opposto è invece l’ufficio del premier israeliano che ha definito “equilibrata” la scelta di Netanyahu. A causa di tale decisione, è stato limitato l’accesso agli arabi israeliani al Monte del Tempio/Spianata delle Moschee durante il Ramadan. L’ufficio del Primo ministro ha inoltre aggiunto che questa iniziativa invece permette la libertà di culto, ma entro i limiti delle esigenze di sicurezza volute dalle autorità.
Hamas però non condivide questa visione e non ha solo accusato Israele di violare la libertà di culto, ma ha anche invitato i palestinesi a protestare marciando e recandosi alla moschea di al-Aqsa. Il movimento islamista si è poi fatto sentire anche tramite un comunicato ribadendo come tale decisione indichi in realtà un’intenzione dell’occupazione di aumentare le aggressioni contro la moschea di al-Aqsa durante il Ramadan.
La minaccia di Hamas
La situazione è diventata talmente infuocata che Hamas ha poi avvertito che la decisione di Netanyahu “non avverrà senza responsabilità”. Sono però diverse le voci che la pensano come il movimento islamista, anche Ahmad Tibi, un membro della Knesset israeliana, ha criticato questa scelta definendo il Primo ministro come un prigioniero del terrorista condannato Ben-Gvir, aggiungendo come sia giunto il momento per Biden di sanzionare il ministro della Sicurezza nazionale israeliano.