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Il dramma di Salvatore Calvaruso
Durante l’interrogatorio di garanzia, Salvatore Calvaruso, un ragazzo di appena 19 anni, ha vissuto un momento di grande tensione emotiva. Arrestato per la sparatoria che ha scosso Monreale, in cui hanno perso la vita tre giovani, Calvaruso ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti, ma ha ammesso, tra le lacrime, di essere stato lui a sparare.
La sua richiesta di perdono alle famiglie delle vittime ha reso evidente il peso della sua azione, un gesto che ha cambiato per sempre il corso delle vite coinvolte.
La ricostruzione dei fatti
Secondo quanto riportato, il giovane ha dichiarato di essere stato aggredito da un gruppo di persone, armate di caschi e bottiglie, dopo un litigio scaturito da una guida spericolata. Solo dopo essere stato colpito, ha affermato di aver reagito, portando a conseguenze tragiche. Le autopsie effettuate sui corpi delle vittime hanno confermato la brutalità dell’evento: Salvatore Turdo è deceduto a causa di due colpi al torace e all’addome, mentre Massimo Pirozzo ha subito un colpo mortale al collo. Questi dettagli, oltre a evidenziare la violenza della sparatoria, pongono interrogativi sulla gestione della sicurezza e sulla prevenzione di tali episodi.
La comunità di Monreale in lutto
In risposta a questa tragedia, la comunità di Monreale ha organizzato una fiaccolata silenziosa in memoria delle vittime. Partita dalla chiesa del Santissimo Crocifisso, la manifestazione ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, uniti nel dolore e nella commemorazione di chi non c’è più. Questo gesto di solidarietà rappresenta non solo un tributo alle vite spezzate, ma anche un appello alla riflessione su come prevenire simili eventi in futuro. La comunità si stringe attorno alle famiglie colpite, cercando di trovare un senso in una tragedia che ha lasciato un segno indelebile.