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La vicenda ha tutte le caratteristiche tipiche di una spy story, iniziando con l’accesso non autorizzato ai conti bancari della premier Giorgia Meloni e di sua sorella Arianna, segretaria politica di Fratelli d’Italia.
Anche l’ex compagno della premier, il giornalista Andrea Giambruno, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e i ministri Crosetto e Santanché sono coinvolti. Tuttavia, è prematuro affermare che ci sia stata un’attività di raccolta informazioni dopo questi abusivi accessi, realizzati da un dipendente infedele di Intesa Sanpaolo, il quale è stato licenziato a agosto quando la banca ha scoperto le sue azioni illecite. Le indagini sono ancora in corso e ci sono molteplici possibilità di sviluppo.
Si indaga per accesso illegittimo a sistemi informatici o telematici.
La premier Meloni commenta l’inchiesta
La premier Meloni ha commentato su X, condividendo un’immagine che la ritrae con sua sorella e il titolo di un articolo del quotidiano il Giornale: “Inchiesta choc a Bari: spiati i conti di Giorgia e Arianna Meloni, Crosetto e La Russa”. In realtà, la notizia è stata riportata da ‘Domani’, che ha rivelato l’inchiesta in corso su un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, il quale avrebbe effettuato quasi 7mila accessi ai conti correnti in un arco di 26 mesi, tutti non autorizzati.
Le personalità coinvolte
Nel mirino dell’ex dipendente figurano figure pubbliche, tra cui militari, celebrità e politici. Con particolare attenzione a personalità come le sorelle Meloni, i ministri competenti in Turismo e Difesa, il presidente del Senato, il futuro vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, e i presidenti delle regioni Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia. Vi sono anche nomi come quello del procuratore di Trani, Renato Nitti, nonché ufficiali dell’Arma e della Guardia di Finanza.
Le domande di Crosetto
Crosetto evidenzia domande pertinenti: quanti dossier sono stati messi insieme nel corso degli anni? Quanti restano sconosciuti? E ulteriormente, chi ha richiesto tali informazioni e con quale scopo? I nomi delle persone sorvegliate rappresentano solo una frazione delle migliaia di intestatari di conti esaminati dall’ex impiegato della banca. Questo funzionario, licenziato l’8 agosto scorso in seguito a un’indagine disciplinare, avrebbe infranto la riservatezza di dati altamente sensibili riguardanti figure politiche.
Dopo il licenziamento, è stato avviato un procedimento penale. Ora i magistrati stanno indagando su questi accessi illeciti attraverso ispezioni, raccolta documenti e audizioni di testimoni, cercando di chiarire le ragioni di tali atti, una questione che al momento rimane irrisolta. È possibile che si tratti di una semplice curiosità morbosa? Magari, ma il numero di accessi è considerevole, e, diversamente da quanto accaduto nell’indagine di Perugia, non emerge da segnalazioni di operazioni sospette da parte della UIF, bensì da informazioni molto riservate, come i movimenti sui conti correnti.
Dettagli sull’inchiesta
Tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024 si sono registrati accessi non autorizzati che hanno colpito oltre 3.500 clienti di 679 filiali di Intesa Sanpaolo distribuite in tutto il territorio nazionale. L’inchiesta è iniziata quasi incidentalmente, grazie all’operato del servizio di sicurezza della banca, che ha notato anomalie nel comportamento di un dipendente. “Le devianze rispetto alle procedure interne e alle normative di settore sono state rilevate – ha dichiarato l’istituto – durante le consuete operazioni di verifica”.
Attualmente, oltre alla magistratura, anche il Garante della privacy si sta occupando della questione, a seguito di una segnalazione fatta dalla banca stessa. “Piena solidarietà” è stata espressa dal presidente della Camera Lorenzo Fontana a tutte le persone coinvolte nelle “gravi violazioni della privacy”, mentre il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ha suggerito “misure preventive contro il dossieraggio”, descritto come “una pratica in crescita”. Licia Ronzulli (FI) ha definito “inquietante e preoccupante” quanto emerso dall’inchiesta di Bari, che, secondo Augusta Montaruli (FdI), è “sconvolgente, ma non sorprendente”.