Roma, 16 apr. (Adnkronos) – “Il bio GPL e il bio GNL sono due carburanti gassosi immediatamente disponibili per garantire la transizione energetica. Rappresentano un miglioramento sostanziale rispetto ai carburanti e combustibili tradizionali". Lo ha sottolineato Andrea Arzà, presidente Federchimica, Assogasliquidi, intervenendo al meeting Adnkronos ‘Le nuove strade della sostenibilità’ presso il Palazzo dell’Informazione. Questi due carburanti – ha ricordato – "possono essere impiegati nei veicoli esistenti e possono essere distribuiti in tutta l'infrastruttura che già disponiamo. Noi in Italia abbiamo una rete di stazioni di servizio di oltre 4.300 punti che è la più grande in Europa e che può garantire, senza costi addizionali, questa transizione. Il bio GPL”, la versione biocarburante del gas, derivata interamente da fonti rinnovabili e “il bio GNL” il biometano liquido, “sono due sostituti eccellenti da un punto di vista ambientale dei rifiuti dell'industria agroalimentare”.
“I carburanti e i combustibili gassosi hanno la caratteristica di avere valori di emissioni di polveri sottili praticamente quasi uguali a zero – spiega Arzà – L’industria sta lavorando alla produzione di molecole che possono essere impiegate sia nel settore dei trasporti sia pubblici che privati, sia di traffico leggero che di traffico pesante. Delle due nuove molecole di origine bio, il BioGpl, in Italia è già prodotto in due bioraffinerie di Eni e viene già distribuita. Questo è un valore molto importante perché, uno dei modi secondo noi significativi per non impattare sull'ambiente, è cominciare a non costruire nuove infrastrutture”.
A proposito della mobilità elettrica "sorprende che l'Unione Europea – osserva – abbia pensato di emanare prima una direttiva che vincoli la possibilità dell'uso dei motori endotermici a partire dal 2035 e poi si sia preoccupato di fare una direttiva sulle materie prime e non il contrario. Sarebbe stato molto più logico” fare diversamente, “ma, del resto, si deve tener conto dell'approccio fortemente ideologico, e molto poco pragmatico". E' fortunamente seguito "un passo in avanti con un cambiamento verso una neutralità tecnologica" perché "l primo approccio – conclude Arzà – era stato veramente molto esagerato".