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Nuove rivelazioni emergono riguardo ai conti monitorati da Vincenzo Coviello, un 52enne di Bitonto e ex dipendente di Intesa Sanpaolo, attualmente sotto inchiesta dalla Procura di Bari per accesso illecito a sistemi informatici e tentato reperimento di informazioni sulla sicurezza nazionale. Stando a quanto riportato da vari giornali, Coviello sarebbe riuscito non solo a esaminare estratti conto bancari e transazioni con carte di credito, ma anche a infiltrarsi in conti di altre istituzioni finanziarie.
Le indagini e le dichiarazioni del Ministro dell’Interno
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato durante un evento organizzato da Il Foglio che “l’operazione ha un chiaro connotato di spionaggio nei confronti di politici di spicco e di altri importanti personaggi, principalmente legati a un certo schieramento politico, sollevando sospetti sulla volontà di compromettere il processo democratico”. L’indagine si concentra su oltre seimila accessi non autorizzati ai conti di varie figure pubbliche, tra cui sportivi e celebrità.
Piantedosi ha sottolineato l’importanza delle indagini per chiarire l’accaduto e ha definito il fenomeno come “particolarmente allarmante”, pur rilevando che il sistema ha meccanismi di difesa. “Oggi è difficile mettere in atto simili azioni senza che si venga scoperti, quindi dobbiamo prepararci per prevenire tali situazioni.” Gli individui coinvolti includono non solo rappresentanti di sport e spettacolo, ma anche persone fisiche e giuridiche legate alla sfera personale e professionale dell’indagato.
Il contesto degli accessi non autorizzati
Secondo fonti fidate che sono a conoscenza della questione, c’è un contesto chiaramente delineato per quanto riguarda gli accessi non autorizzati compiuti da un ex collaboratore di Intesa Sanpaolo. In totale, sono stati registrati circa 6.600 accessi riguardanti circa 3.500 clienti della banca, delle quali 34 appartengono a figure politiche che sono state oggetto di domande da parte del dipendente che ha perso il lavoro. Altre 43 persone sono riconosciute per la loro notorietà nel settore sportivo, nel mondo dello spettacolo e in altri ambiti. Inoltre, circa 70 individui sono dipendenti della stessa banca, tra cui dirigenti e manager di alto livello. Gli accessi rimanenti interessano sia privati che entità legali, legate alla vita personale, locale e professionale dell’ex dipendente.
La nomina del nuovo chief security officer
In seguito, il Consigliere Delegato, Carlo Messina, intende proporre al Consiglio di Amministrazione, riunito la prossima settimana, la nomina del generale di corpo d’armata Antonio De Vita dei Carabinieri come nuovo chief security officer del gruppo. Questo ruolo, che riporterà direttamente al Consigliere Delegato, avrà la responsabilità per la cyber sicurezza e la protezione complessiva. Il generale De Vita ha già gestito, fino al suo pensionamento a luglio, le questioni di sicurezza nelle regioni Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Dal primo settembre, è stato reclutato da Carlo Messina nel suo team come consulente senior per i temi legati alla sicurezza e alla cyber sicurezza.