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Ottant’anni e non sentirli. Il 2025 non sarà un anno come un altro per il Calzaturificio Soldini. Era il 1945 quando Gustavo Soldini e i suoi fratelli, dal piccolo laboratorio di casa, avviavano la produzione di calzature fatte a mano con cuoio di prima mano che andavano a ritirare personalmente a Firenze in bicicletta. Altri tempi: c’era ancora la fame e la guerra era finita da poco, ma Gustavo, per salvare la macchina per cucire dai rastrellamenti dei soldati tedeschi, ci aveva quasi rimesso la pelle.
Calzaturificio Soldini: la storia dal 1945 a oggi
Ripartì da quella e dall’ambizione sfrenata di fabbricare scarpe comode e di qualità, all’inizio pensate solo “per il lavoro”. Tanto belle, quelle calzature, che però finirono presto per diventare da passeggio, trasformando la Soldini, nel giro di qualche decennio, in una delle ammiraglie della classica scarpa made in Italy a livello internazionale. Negli anni Settanta, i dipendenti erano arrivati a essere 650 e le scarpe esportate verso il Nord America toccavano la quota record di 90 milioni di paia. Altri tempi: tempi da boom economico, la globalizzazione ancora non c’era e la concorrenza di paesi asiatici e sudamericani con manodopera a basso costo, alla Soldini faceva il solletico.
Poi le cose sono andate in un altro modo, il mercato calzaturiero s’è trasformato e nel 1994 l’azienda ha dovuto fare i conti con un incendio devastante che l’ha messa a dura prova. Ma la seconda generazione dei Soldini, guidata da Rossano, ha retto, adattandosi ai cambiamenti senza abbassare gli standard di qualità. Anzi. S’è concentrata sulla produzione di calzature di qualità superiore, creando collezioni più pregiate e impegnandosi in prima linea per la tutela del made in Italy. Una battaglia che nel 2005 ha portato un grande risultato, pionieristico per l’industria europea della scarpa: ottenere l’introduzione di dazi sulle calzature in pelle provenienti dalla Cina.
«Quel che non siamo riusciti a fare, però, è ottenere l’obbligatorietà del marchio di origine per i prodotti fabbricati all’estero, permettendo così l’inganno di molti consumatori», allarga le braccia Rossano. Suo padre, il vecchio Gustavo, alla fine dei suoi giorni, una decina d’anni fa, pensando ai tempi belli con orgoglio ma anche con una punta d’amarezza, sospirava: «Abbiamo insegnato ai cinesi a lavorare». Ma tant’è.
Scarpe Made in Italy, una tradizione che ad Arezzo si rinnova
Lì, a Capolona, un tiro di schioppo da Arezzo – dove l’aria sa ancora di provincia verace, tutta pici all’aglione, Chianti, botteghe orafe e manifatture di qualità – alla Soldini le scarpe ancora oggi si fanno come voleva Gustavo: tutto rigorosamente a mano, solo maestria artigiana e materie prime di altissima qualità. È cambiato il mondo tutt’intorno, non c’è dubbio, la comunità che si era creata attorno alla fabbrica si è ridimensionata, i dipendenti sono scesi a 150 e la produzione si è specializzata anche per nicchie di mercato come le calzature militari e per la vigilanza privata.
Ma i Soldini, arrivati nel frattempo alla terza generazione – a guidare la fabbrica, a fianco di papà Rossano, adesso c’è Francesca e anche questo è un segno dell’esprit du temps – hanno saputo diversificare introducendo tecnologie innovative e nuovi marchi, tra cui Antica Cuoieria nel 2018, e mantenendo intatti i valori fondanti di qualità, artigianalità e autenticità.
Soldini80: la sneaker celebrativa degli 80 anni
E siccome alle porte c’è un compleanno importante, la Soldini ha deciso di festeggiarlo come si conviene, offrendo cioè l’ennesima testimonianza di resilienza e di innovazione: «Questa azienda è la mia vita, 61 anni di presenza qui mi hanno insegnato che, per mantenere viva una realtà come la nostra, servono passione, innovazione e un legame profondo con le radici italiane. La nostra volontà di resistere, unita alla ricerca e alla conoscenza dei mercati, ci ha permesso di superare tante sfide. Stiamo sviluppando nuove idee, come una scarpa innovativa che ha già riscosso consensi», spiega ancora Rossano. La nuova scarpa in questione, che nell’atelier aretino si va facendo largo tra derby eleganti e vezzose francesine da dandy, è una sneaker morbida e stilosa che dentro una silhouette contemporanea racchiude decenni di maestria artigianale. Il suo nome? Non poteva che essere Soldini80.
«Ho sempre sognato di realizzare un paio di scarpe uniche nel loro genere», racconta Matteo Erbicelli Greco, il visionario designer siciliano la cui collaborazione, nata quasi per caso, con Rossano, ha portato alla genesi della Soldini80. «L’incontro con Rossano Soldini mi ha dato l’opportunità di concretizzare questo sogno, grazie alla sua esperienza e al supporto creativo. Abbiamo unito idee e competenze per creare qualcosa di davvero speciale», aggiunge Erbicelli Greco, descrivendo la scarpa nel dettaglio: «È un concentrato di morbidezza e flessibilità, realizzata interamente in Italia con materiali di altissima qualità. Gli unici componenti esterni sono i lacci, a testimonianza dell’impegno dell’azienda per il 100% Made in Italy».
La collezione, spiega, si compone di tre modelli – Akira, Hobbes e Dart – che traggono ispirazione dai fumetti anni ’80, un’epoca iconica che risuona anche nel design del packaging. Realizzata in camoscio morbidissimo, la Soldini80è stata pensata per essere una sneaker universale, unisex, capace di adattarsi a ogni contesto ed essere abbinata sia a look casual che formali, grazie alla varietà di colori e dettagli unici. «Una scarpa che può accompagnarti in ogni momento della giornata», come sottolinea il suo demiurgo, «Non volevo un prodotto kitsch, con scudetti, stelle e bandiere, la mia idea era trasferire al consumatore finale il concetto del mocassino declinato in chiave ginnica, unendo eleganza e praticità. Volevamo posizionarci in una fascia medio-alta, con un prezzo accessibile ma un’identità forte legata al Made in Italy».
Pitti 2025, per Soldini nuove collezioni in arrivo
È con questa sneaker che sembra un monumento al “saper fare italiano” – storia, tradizione, innovazione, qualità – che la Soldini celebrerà i suoi 80 anni. «Il lancio della Soldini80 segna un ritorno all’artigianalità, combinando il design contemporaneo con tessuti italiani di pregio, come il principe di Galles, solitamente utilizzato nell’abbigliamento. Ma rappresenta anche un nuovo capitolo nella storia del Calzaturificio Fratelli Soldini, unendo innovazione, artigianalità e sostenibilità per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più consapevole. La qualità, la flessibilità e la morbidezza che contraddistinguono i nostri prodotti sono state al centro del progetto», puntualizza Rossano Soldini, che a un certo punto non può fare a meno di aggiungere: «Il manifatturiero calzaturiero è un mestiere che si può fare solo se si ama veramente, perché ci sono lavori più facili e redditizi. La tradizione familiare e la passione per questo settore sono il cuore che ci spinge avanti. Quando Matteo mi ha presentato il progetto, ho capito subito che potevamo fare qualcosa di straordinario».
Disponibile in negozio già da questo mese di dicembre, Soldini80 ha già suscitato grande interesse, soprattutto grazie alla sua presentazione durante l’ultima edizione di Pitti. «L’entusiasmo ricevuto ci ha spinti a pianificare nuove collezioni che sveleremo al Pitti 2025», anticipa Erbicelli. La scarpa, intanto, è già presente in 280 boutique di prestigio in Italia e all’estero, tra cui Gary e La Fayette in Francia, oltre a location iconiche come Caruso Russo a Capri, Dell’Oglio a Taormina, e poi Roma e Palermo. E i consumatori – il target della Soldini80 va dai 25 anni in su, perché la sua estetica richiama valori condivisi tra generazioni tra loro diversissime – sembrano avere già accolto con entusiasmo questa sneaker, che combina autenticità, qualità e un prezzo competitivo che si posiziona tra i 169 e i 179 euro sullo scaffale.
Calzature, prezzi sproporzionati in un mercato globale distorto
Un costo accessibile che segna un’inversione di tendenza in un mercato premium sempre più gonfiato invece da prezzi schizzati alle stelle: «Oggi il consumatore finale è più consapevole e non si fa ingannare – risponde il designer siciliano – cerca autenticità, qualità reale, non prodotti con margini spropositati. Molti grandi gruppi, come Kering e LVMH, hanno aumentato i prezzi in modo sproporzionato. È emblematico: un prodotto che ha un costo vivo di 100 euro arriva in vetrina a 1.800 euro. Questo sistema ha portato a una distorsione del mercato, alimentata anche da strategie di geo-pricing. Oggi, ad esempio, un consumatore coreano acquista una borsa allo stesso prezzo del cliente europeo, eliminando il vantaggio competitivo delle vendite parallele».
«Questa situazione ha danneggiato molte realtà, che negli anni si sono allontanate dal cliente finale. I negozi fisici hanno perso la loro identità, spesso trattando il cliente con sufficienza, mentre il mercato online ha sofferto di promozioni costanti, come il Black Friday, che riducono drasticamente i margini. Il distacco tra il cliente e il negoziante è diventato evidente – conclude Erbicelli Greco – ma il ritorno al rapporto umano, al servizio personalizzato, è ciò che può fare la differenza».
Una scarpa che vuole rimettere l’uomo, la tradizione, il gusto personale e l’identità al centro di tutto, insomma, la Soldini80. Una specie di “mosca bianca” in un mercato sempre più globale, omologato e più che mai dominato dal fast-fashion.
Lassù, da qualche parte, ovunque si trovi, Gustavo Soldini può essere soddisfatto.