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L’ex vigilessa Sofia Stefani è morta il 16 maggio 2024 in seguito a un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Giampiero Gualandi, nell’ufficio dell’uomo presso il comando di Anzola Emilia.
Sofia Stefani, ex vigilessa uccisa nel Bolognese
Nei giorni precedenti all’omicidio, Gualandi “si trovava prigioniero di un castello di menzogne da lui stesso costruito”. Lo ha riferito la procuratrice aggiunta di Bologna Lucia Russo, intervenendo nell’aula della Corte d’Assise a sostegno delle le richieste di prove nel processo sull’omicidio dell’ex vigilessa. L’imputato avrebbe sempre sostenuto l’ipotesi dell’incidente: e cioè quella di uno sparo partito per errore durante una colluttazione. “Ma come si vedrà dalle consulenze tecniche” ha riferito sula questione la pm Russo “sull’arma non sono state trovate tracce né biologiche né dattiloscopiche di lei, ma solo dell’imputato”.
Le bugie di Gualandi
Nel ricostruire “la tormentata relazione” che si era intessuta tra i due, la pm ha ricostruito in essa ci fosse un forte squilibrio sia per l’età che per la vulnerabilità della Stefani, “fino al tragico epilogo“. Un rapporto che si era interrotto per pochi giorni a fine aprile 2024, dopo la scoperta della moglie di Gualandi. A quel punto l’uomo, come dichiarato dalla pm, invece che ammettere i fatti, aveva riferito che era conclusa da tempo e che era la giovane donna che continuava a perseguitarlo. Stando a quanto riferito dalla Procura, la relazione era poi ripresa a pochi giorni di distanza, “nella piena inconsapevolezza della moglie”. “Nella fase che precede l’omicidio, Gualandi assume comportamenti di assoluta doppiezza, mandando alla Stefani messaggi confermativi del rapporto affettivo e sessuale mentre alla moglie, negli stessi minuti, scriveva di essere tormentato da Stefani”.
Il contratto segreto
Secondo quanto emerso, inoltre, il 18 maggio 2023 i due avrebbero avrebbero firmato un “contratto di sottomissione sessuale“. Questro “contratto” si ispirava all’11esimo capitolo del libro “Cinquanta sfumature di grigio”, uno dei successi editoriali del 2011. “Ci sono siti da cui si possono scaricare contratti di questo tipo. Era un gioco, non ha nessuna validità, nessuna efficacia giuridica, nessuna possibilità di condizionare comportamenti. Nella vita sessuale gli adulti possono fare quello che vogliono”, ha spiegato l’avvocato Claudio Benenati, uno dei difensori di Giampiero Gualandi. Il legale Lorenzo Valgimigli, altro difensore di Gualandi, rivolgendosi ai giudici, ha chiesto di fare attenzione “a chiunque cerchi di tirarvi per la giacca su pregiudizi di tipo morale”. In quel contratto “i protagonisti sono un comandante e un agente, si colloca tutto nel contesto lavorativo di Sofia Stefani”, sottolinea l’avvocato Speranzoni.