Roma, 25 mar.
(Adnkronos Salute) – La sclerosi laterale amiotrofica “è una malattia neurodegenerativa che conta circa 6 mila pazienti in Italia con 2mila” nuove diagnosi “ogni anno. È una malattia che colpisce la corteccia motoria e il midollo spinale, le cellule motoneuronali, e comporta la perdita di funzione di tutto l'organismo, sia” a livello “degli arti” sia a livello centrale “bulbare, con complicanze respiratorie e di deglutizione. E' intuitivo che la malattia abbia un impatto molto importante sul paziente, ma soprattutto su tutta la famiglia e il caregiver che generalmente è appunto il compagno” o la compagna.
Così Vincenzo Silani, direttore dipartimento di Neuroscienze Irccs Istituto auxologico italiano di Milano, commenta all’Adnkronos la disponibilità, in Italia, della prima formulazione orodispersibile di riluzolo. Il nuovo trattamento di Zambon consiste in una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua senza acqua e senza necessità di sforzo muscolare da parte del paziente che è così in grado di assicurare l’assunzione della dose precisa del principio attivo.
L’armamentario terapeutico oggi disponibile per la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) è "molto limitato – aggiunge Silani – Questa formulazione orodispersibile è, a mio parere, una tappa molto importante nella terapia di questa malattia.
Il riluzolo è l'unica molecola ad oggi approvata per il trattamento della patologia. I dati che si sono accumulati nel tempo non hanno sconfessato il suo ruolo ma, al contrario, l'hanno rinforzato. Il paziente”, che “deve iniziare il trattamento quanto prima possibile”, fino ad oggi, era “costretto, nel corso della malattia, a cambiare il tipo di assunzione – capsule o liquidi – perchè sviluppa disfagia e il passaggio da un tipo di formulazione di riluzolo all’altra è vissuta come una sconfitta.
La possibilità di introdurre un tipo di trattamento unico, rappresenta una continuità di trattamento – sottolinea l’esperto – Questo concetto è molto importante per il paziente e per il caregiver che deve aiutare il paziente nell'assunzione farmacologica. La possibilità di aiutare il paziente fin dall'inizio con un'unica formulazione rappresenta sicuramente un vantaggio importantissimo”.
A tale proposito, uno studio “relativo per esempio agli elementi che definiscono la preferenza di un tipo di assunzione rispetto a un altro su un certo numero di pazienti, pubblicato alla fine dell'anno scorso, tende a dimostrare – conclude Silani – che la preferenza del paziente va verso una assunzione che non implichi la motilità della lingua stessa".