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Le tensioni in Medio Oriente si intensificano, con il focus internazionale diviso tra il conflitto nella Striscia di Gaza e l’escalation in Siria.
Mentre l’Italia si impegna a sostenere una tregua e avviare un percorso di ricostruzione, emergono nuovi scontri che complicano ulteriormente il quadro geopolitico.
Siria tra milizie jihadiste e intervento internazionale
La guerra civile siriana, apparentemente sopita negli ultimi anni, è tornata a infiammarsi con l’avanzata di milizie jihadiste verso Aleppo. L’attacco israeliano contro Hezbollah in Libano ha avuto ripercussionidirette sulla Siria: la ritirata delle forze sciite libanesi ha permesso ai jihadisti di Idlib di avanzare rapidamente.
In risposta, il governo di Assad ha mobilitato nuove forze, sostenute da milizie filo-iraniane provenienti dall’Iraq e dai bombardamenti aerei russi.
In una intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato che questo scenario rischia di innescare una nuova stagione di violenze, morte e distruzione per il popolo siriano, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria. Tajani ha avvertito che l’instabilità potrebbe provocare nuovi flussi migratori verso il Libano, i Balcani e l’Europa.
I francescani, presenti storicamente nella regione, si sono offerti come mediatori per facilitare un dialogo tra il governo siriano e i gruppi jihadisti. Padre Firas Lufti, francescano di Aleppo, ha dichiarato: «Siamo pronti a lavorare per una pace duratura e a essere ponte tra le parti in conflitto».
Gaza: necessità di una tregua e aiuti umanitari
Sul fronte palestinese, il conflitto nella Striscia di Gaza rimane una priorità per la comunità internazionale.
Dopo settimane di bombardamenti e distruzione, lo stesso Tajani ha ribadito il diritto di Israele a difendersi dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, ma ha anche sottolineato: «La guerra non può essere infinita. Israele deve ammettere che gli obiettivi militari sono stati raggiunti e fermare le operazioni».
L’Italia si è distinta per il suo impegno umanitario con il progetto “Food for Gaza”, che ha mobilitato 15 camion di aiuti alimentari e medicinali destinati alla popolazione palestinese.
La cooperazione è stata estesa a organizzazioni come il World Food Programme e la Mezzaluna Rossa. L’obiettivo è aprire i valichi per garantire una distribuzione rapida degli aiuti, mentre al Cairo si discute un piano per la ricostruzione postbellica.
Medio Oriente sempre più instabile
L’instabilità regionale è ulteriormente aggravata dalle dinamiche geopolitiche tra gli attori internazionali. Mentre l’Iran rimane un alleato incondizionato del regime di Assad, la Russia, pur impegnata in Ucraina, continua a fornire supporto militare in Siria.
La Turchia, d’altro canto, cerca di sfruttare la crisi per acquisire maggiore influenza, mentre l’Arabia Saudita adotta un approccio più dialogante, per evitare un’escalation.
Secondo il ministro degli Esteri italiano, è essenziale che gli Stati della regione fermino questa spirale di violenza, contribuendo a un confronto politico e diplomatico. Tajani ha ribadito l’impegno dell’Italia a lavorare per una soluzione basata sul principio dei “due popoli, due Stati” e a promuovere una conferenza per la ricostruzione, sia in Libano che in Siria.