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La crisi degli asili nido in Italia
Negli ultimi giorni, i sindaci italiani si sono mobilitati per esprimere la loro preoccupazione riguardo alla gestione degli asili nido finanziati con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Secondo le autorità locali, i tagli previsti ai fondi per la gestione potrebbero compromettere gravemente il diritto all’istruzione e alla cura per i più piccoli, in particolare nelle regioni del Sud Italia. Questa situazione ha sollevato un allarme tra le famiglie e le comunità, che si sentono defraudate di un servizio essenziale.
Le implicazioni dei tagli ai fondi
I timori dei sindaci sono stati amplificati dalla notizia di un possibile ridimensionamento dell’obiettivo di copertura degli asili nido, fissato dal governo al 33% entro il 2027. Secondo le ultime informazioni, un allegato al Piano Strutturale e di Bilancio 2025-2029 prevede una riduzione della copertura al 15% su base regionale. Questo cambiamento potrebbe avere ripercussioni significative, interessando circa tre quarti degli asili nido finanziati con fondi Pnrr. La vicepresidente di Ali e sindaca di Andria, Giovanna Bruno, ha sottolineato che tale riduzione allarga il divario tra Nord e Sud, mettendo a rischio l’accesso ai servizi per le famiglie più vulnerabili.
Le reazioni delle istituzioni e delle associazioni
Le reazioni a questa situazione non si sono fatte attendere. Rete EducAzioni ha denunciato che la diminuzione della percentuale di copertura non solo ostacolerà il raggiungimento degli obiettivi europei, ma accentuerà anche le disuguaglianze territoriali già esistenti. Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Partito Democratico, ha criticato il governo per non aver fornito risposte chiare riguardo ai fondi per la gestione degli asili nido. Anche la Fp Cgil ha espresso preoccupazione, sottolineando l’urgenza di un piano straordinario di assunzioni per garantire una copertura adeguata dei servizi per l’infanzia.