Milano, 15 lug.
(Adnkronos Salute) – "Se gli aumenti economici del prossimo contratto 2022-2024, stabiliti dalla Legge finanziaria dello scorso anno, non saranno integrati da finanziamenti extracontrattuali, faremo valere le nostre ragioni nelle piazze italiane". E' il monito lanciato da Pierino Di Silverio, segretario nazionale Anaao Assomed, commentando notizie di stampa in merito agli incrementi stipendiali previsti nel 2022-24 per il personale della pubblica amministrazione, compresa la dirigenza medica e sanitaria del Servizio sanitario nazionale.
"L'aumento del 5,78% atteso nel prossimo Ccnl – osserva il leader del sindacato dei medici dirigenti del Ssn – è lontanissimo dall'indice inflattivo calcolato per lo stesso triennio, pari a 15,4%, come riconosciuto dallo stesso presidente Aran", l'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazione, "il che vuol dire condannare all'impoverimento progressivo categorie professionali chiamate a garantire diritti costituzionali. Uno stipendio adeguato alla qualità e quantità del lavoro dei medici e dirigenti sanitari non rappresenta una mera rivendicazione di categoria – precisa Di Silverio – ma una condizione necessaria e requisito indispensabile per una sanità di qualità.
La parte normativa di un contratto di lavoro ha indubbiamente la sua importanza, ma solo – puntualizza – se accompagnata da incrementi economici adeguati e non in una logica di scambio al ribasso. Non possiamo sacrificare ancora una volta i nostri stipendi accontentandoci di aumenti irrisori, ben al di sotto del tasso inflattivo e dell'indice Ipca".
"Reiteriamo pertanto la richiesta – ribadisce il segretario Anaao – di defiscalizzare parte dello stipendio, come già avviene per la sanità privata, a compensazione di finanziamenti economici che non trovino posto nel contratto di lavoro.
E di cogliere l'urgenza di una revisione dello stato giuridico in favore della dirigenza speciale per i medici e dirigenti sanitari, più coerente con la peculiarità della loro funzione e del loro lavoro rispetto alle caratteristiche del pubblico impiego. Senza risposte positive – avverte Di Silverio – la stagione del rinnovo contrattuale rischia di essere sostituita da quella della protesta".