Roma, 21 ott. (Adnkronos Salute) – C’è un modo diverso di fare educazione nutrizionale. Diverso dalle tante bufale su sedicenti e seducenti diete che promettono miracoli e dai falsi miti sull’alimentazione. È l’esperienza del meeting 'Shout! Nutriamo il cambiamento', l’evento, giunto alla seconda edizione, che ha riunito lo scorso weekend, a Pisa, nutrizionisti provenienti da tutta Italia che, guidati da esperti, hanno sperimentato contenuti e tecniche utili nella quotidianità lavorativa, incentrata sul rapporto tra alimentazione, nutrizione e benessere psicofisico della persona, nonché, necessariamente, sulla comunicazione corretta ed efficace in tempi di social, fake news e bufale.
L’87% degli utenti di TikTok appartenenti alle generazioni Millenial e Gen Z – si legge in una nota – si rivolge alla piattaforma per consigli su alimentazione e salute; il 57% riferisce di essere influenzato o di adottare frequentemente i suggerimenti in cui si imbatte. Ma solo il 2,1% dei contenuti in questione risulta accurato. I dati, presentati lo scorso aprile dall’app MyFitnessPal e dalla Dublin City University, sono in linea con quelli di un precedente sondaggio della British Nutrition Foundation, che analizzava la propensione degli intervistati a modificare la propria dieta sulla base di indicazioni reperite su più piattaforme, non solo TikTok. Va da sé che la (dis)informazione alimentare che corre sui social sia una questione rischiosa.
"Shout! è il nostro modo di urlare la realtà. L’incontro ha l’obiettivo di dare ai nutrizionisti dei nuovi strumenti per migliorare la comunicazione sui social e verso i pazienti. Si rivolge a quei professionisti che vogliono fare divulgazione ed educazione alimentare precisa ed efficace – spiega Edoardo Di Martino, amministratore delegato di Gensan, che dallo scorso anno cura l’organizzazione di Shout! – Oggi qualsivoglia contenuto dell’influencer da milioni di follower ha più presa rispetto a quelli realmente supportati dalla scienza. Per questo motivo è necessario ribadire che il benessere si raggiunge con alimentazione e attività fisica adeguate (ed eventualmente, se necessario e suggerito da uno specialista, con integrazione mirata): stiamo dicendo no a scorciatoie e falsi miti".
Aggiunge Federico Vitiello, coach e docente di Strategie Digitali e Growth Hacking: "Le fake news e le scorciatoie che rispondono al desiderio di arrivare velocemente all’obiettivo sono quelle che si diffondono più facilmente (e fanno del male): danno da mangiare alle paure, a ciò che desideriamo fortemente, ci dicono che possiamo fare le cose con poca fatica. Chi fa vera divulgazione scientifica è svantaggiato, perché la complessità di un messaggio corretto lo fa arrivare a meno persone e con minore impatto rispetto a tutto quello che risponde al desiderio, alla voglia di scorciatoie. Shout! il modo di dare gambe al messaggio, che altrimenti, di per sé, avrebbe meno possibilità, e compensare il gap, con una comunicazione efficace".
"Quando una persona si presenta nello studio del nutrizionista o prende contatto online – spiega Veronica Aloisio, psicologa, formatrice e trainer, specializzata in Comunicazione e Problem Solving strategici – oltre ai suoi obiettivi e indipendentemente dalla volontà di cambiare le abitudini alimentari, porta con sé resistenze non razionali ma emotive, o comunque legate alla difficoltà insita nel costruire abitudini nuove quando le precedenti e gli automatismi sono consolidati. Il cibo è uno dei più grandi piaceri ed è anche convivialità, stile di vita: il cambiamento non è semplice. Abbiamo quindi lavorato sulle tecniche di comunicazione verbale, non verbale e paraverbale, sul confronto di esperienze e sull’ascolto – elemento critico su cui spesso i professionisti sanitari cadono – per dare ai nutrizionisti degli strumenti utili ad aggirare le resistenze emotive del paziente, condurlo a seguire prescrizioni e indicazioni, in linea con l’obiettivo portato dal paziente stesso".
Infine, Di Martino: "Crediamo molto in Shout! Non è solo un evento, ma un vero e proprio progetto che ci rappresenta, un investimento che condividiamo con gli attori dell’educazione alimentare, per urlare insieme un racconto corretto e proficuo, che migliori la vita delle persone".