Roma, 28 gen. (Adnkronos) – "Sono di ritorno da Auschwitz dove ho partecipato –insieme molti Capi di Stato e rappresentanti nazionali provenienti da ogni parte d’Europa unita anche in questa memoria, alla cerimonia che ricorda l’ottantesimo anniversario dell’apertura dei cancelli del più grande campo di sterminio che la storia ricordi. Luogo di morte per antonomasia, simbolo tetro e incancellabile, testimonianza dell’abomino di cui è capace l’essere umano quando abbandona la strada del diritto, della tolleranza, del rispetto della propria dignità e si incammina sulla strada dell’odio, della guerra, del razzismo, della propria dignità, della barbarie. Vi abbiamo vissuto ieri un evento storico, di straordinaria importanza, che tesse insieme, in un’unica tela, passato e futuro, memoria e responsabilità di oggi. Un evento che ha espresso anche il significato di rinnovare un patto tra le Nazioni e i popoli che, in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui la violenza, l’aggressione, l’inimicizia, la guerra sembrano voler prendere il sopravvento, accende una speranza". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria.
"Auschwitz, con le recinzioni elettrificate, le minacciose torrette, le camere a gas, le ciminiere, i crematori… Le crudeli selezioni, le percosse, la fame, il gelo, la paura, i criminali esperimenti medici… Auschwitz -ha sottolineato il Capo dello Stato- provoca sempre infinito orrore, scuote le nostre coscienze, le nostre convinzioni. Genera angoscia, turbamento, interrogativi laceranti. Non si va, non vi si può andare, come se fosse solo un memoriale di un’epoca passata, un sito storico oggi trasformato in un monumento di grande rilievo alle vittime di tanta sofferenza. Da Auschwitz – smisurato cimitero senza tombe- si torna ogni volta sconvolti".
"Perché Auschwitz -ha concluso Mattarella- è il 'non luogo' per eccellenza, una nebulosa, dove le coordinate spaziali si smarriscono e il tempo si ferma. Non è una parentesi, per quanto orribile. Alberga nel fondo dell’animo dell’uomo. È un monito insuperabile e, insieme, una tentazione che sovente affiora".