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Sharon Verzeni: il 'killer' respinge le accuse, clamorose rivelazioni sul caso

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Sharon Verzeni: il presunto 'killer' cambia versione in tribunale, negando l'omicidio. La famiglia sconvolta, il perito valuterà la sua lucidità. Nuove domande emergono su cosa sia davvero accaduto.

Ha ritrattato. Così, all’improvviso. Moussa Sangare, il presunto ‘killer‘ che aveva confessato l’omicidio di Sharon Verzeni, ora dice che non è stato lui. Non era l’uomo che ha colpito con quelle coltellate. Non quella notte, non a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo., questo dice in tribunale.

Sharon Verzeni: dichiarazione shock del ‘killer’ in tribunale, rabbia e amarezza

Lo ha detto nell’aula di tribunale, davanti al giudice, durante l’udienza per la nomina del perito. Un dettaglio importante: il perito dovrà stabilire se Sangare fosse capace di intendere e di volere quando Sharon Verzeni è stata uccisa. E se sia in grado di affrontare un processo. “Non è vero, non sono stato io”, ha pronunciato alla fine dell’udienza. Una frase breve, secca. Spiazzante.

Le parole sono arrivate come un pugno nello stomaco per la famiglia della vittima. Il loro avvocato, Luigi Scudieri, non ha nascosto l’amarezza: “Fa ancor più soffrire i famigliari”, ha detto. “Questa è una famiglia che già sta soffrendo e sentire certe cose non fa che aumentare il dolore“. Per lui, questa ritrattazione dimostra “ancor più la lucidità” dell’imputato. Quindi a questo punto la domanda è: chi è stato allora?

Sharon Verzeni: il presunto ‘killer’ cambia versione, il padre sconvolto in aula

C’era anche lui in aula, Pietro Verzeni. Il padre di Sharon Verzeni. Ha ascoltato tutto, senza dire una parola. È rimasto scosso. Sconvolto, dicono. Per lui, ogni parola pronunciata in quell’aula è stata un colpo. E Sangare, intanto, parlava. Dichiarazioni spontanee.

Il lavoro del perito partirà il 1º aprile. Da quel giorno, novanta giorni per depositare la perizia. Il 22 settembre, poi, si tireranno le somme: l’elaborato verrà discusso con i consulenti delle parti. Da un lato, la difesa di Sangare, con l’avvocato Giacomo Maj. Dall’altro, la famiglia di Sharon, rappresentata da Scudieri.

La domanda resta. Perché ora? Perché proprio oggi, dopo aver confessato, Sangare ha deciso di dire che non è stato lui? Una strategia? Una mossa calcolata? Oppure qualcos’altro?

Ciò che resta certo è il dolore. Quello di una famiglia che, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con una verità che sembra sfuggire. Che cambia forma. Che lascia dietro di sé solo ferite aperte. E domande senza risposta.