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Lavoro minorile: l’importanza dell’accesso all’istruzione per contrastare il fenomeno nel mondo

Come combattere contro lo sfruttamento di bambini

Il problema dello sfruttamento minorile nel mondo e i metodi per combatterlo, insieme all'impegno di associazioni come Actionaid.

I bambini sono tra le categorie più colpite dalle forme di disuguaglianza presenti attualmente nel mondo. 

Tra i fenomeni che contribuiscono maggiormente alla violazione dei loro diritti c’è senza dubbio lo sfruttamento minorile, nonostante da decenni siano stati ratificati strumenti normativi – come la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e la Convenzione n.182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro – che sanciscono per i più piccoli la libertà da qualsiasi forma di sfruttamento.

In particolare, attualmente sono 160 milioni i bambini che in tutto il mondo si trovano in questa condizione, risultando di fatto costretti a rinunciare alla loro infanzia per lavorare. Di questi, 79 milioni svolgono addirittura mansioni pericolose, che possono arrivare a mettere a repentaglio la loro stessa vita.

 

Il lavoro minorile tra le cause dell’abbandono scolastico


Le cause dello sfruttamento minorile risiedono nella povertà che ancora oggi affligge numerosissimi Paesi del Sud del mondo, concentrati prevalentemente in Asia meridionale, nell’Africa subsahariana e in America Latina. In condizioni di indigenza estrema, i bambini sono quindi costretti a lavorare sin dalla più tenera età per provvedere al sostentamento di tutta la famiglia

Come messo in evidenza anche da ActionAid, l’organizzazione internazionale indipendente da sempre in prima linea per la lotta alla povertà e la difesa dei più piccoli, questo fenomeno si intreccia spesso con quello dell’abbandono scolastico.

I bambini costretti a lavorare, svolgendo prevalentemente mansioni in casa oppure nei campi, nelle fabbriche o nelle miniere, risultano infatti impossibilitati a frequentare la scuola. In questo modo, viene loro precluso un futuro di emancipazione e le innumerevoli opportunità che possono scaturire dall’istruzione. Per invertire questa tendenza, ActionAid si batte contro il lavoro minorile attraverso una serie di iniziative, progetti e programmi di sostegno a distanza.

 

L’impegno di ActionAid nel contrasto al lavoro minorile e all’abbandono scolastico


Tra i programmi di sostegno di ActionAid spiccano in particolare le adozioni a distanza, che garantiscono ai bambini del Sud del mondo il diritto a studiare, mangiare, curarsi e giocare.

L’impegno di ActionAid nel contrasto al lavoro minorile mira ad agire su più fronti, abbattendo non solo le barriere fisiche, ma anche quelle culturali. Difatti, se da un lato incentiva la costruzione di infrastrutture, spronando le comunità locali a far valere i propri diritti, e fornendo agli istituti tutto l’occorrente per far sì che qualunque bambino possa accedere a un percorso scolastico – dai banchi alle classi, dalle divise ai materiali didattici – dall’altro si occupa di promuovere campagne di sensibilizzazione sulle conseguenze dell’abbandono scolastico e sostiene l’emancipazione economica delle donne, affinché possano garantire un futuro migliore ai propri figli senza essere costrette a farli lavorare per contribuire alla sopravvivenza della famiglia. 

L’organizzazione, inoltre, si impegna a sostenere economicamente le famiglie più bisognose, così come ad attivare programmi di formazione professionale per facilitare l’inserimento lavorativo degli adulti, a individuare i datori di lavoro che sfruttano la manodopera dei più piccoli e a difendere legalmente i bambini costretti a lavorare, garantendo loro anche un supporto psicologico per superare le conseguenze dello sfruttamento. 

Grazie all’adozione a distanza con ActionAid, migliaia di bambini, insieme alle loro comunità, hanno accesso a migliori opportunità e vivono in un contesto più equo e inclusivo, con la possibilità di costruire un futuro in cui il benessere e i pari diritti siano davvero per tutti.