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Sfiducia alla ministra del turismo: tensioni e assenze in aula

Tensione in aula durante il dibattito sulla ministra del turismo

La discussione sulla mozione di sfiducia mette in luce divisioni nella maggioranza

Un clima teso in aula

La discussione generale sulla mozione di sfiducia contro la ministra del Turismo, Daniela Santanché, si è conclusa in un clima di tensione palpabile. Al termine dell’ultimo intervento, la ministra ha abbandonato l’emiciclo senza replicare, suscitando le proteste dei deputati del Movimento 5 Stelle, che hanno gridato ripetutamente “Vergogna!”. Questa situazione ha messo in evidenza non solo la frustrazione dell’opposizione, ma anche la mancanza di coesione all’interno della maggioranza, con molti banchi vuoti che parlano chiaro.

Le assenze della maggioranza

La scena in aula ha mostrato un Montecitorio desolatamente vuoto, con solo una decina di deputati di Fratelli d’Italia presenti. Tra questi, il vicecapogruppo Alfredo Antoniozzi e il questore della Camera, Paolo Trancassini, sono stati tra i primi ad entrare. Le assenze di Forza Italia, Lega e Noi Moderati sono state sottolineate dagli interventi dei parlamentari delle opposizioni, che hanno ironizzato sulla situazione, definendo i pochi presenti come “martiri” di Fratelli d’Italia. Federico Gianassi del PD ha messo in evidenza come la comunicazione non verbale dei banchi vuoti parli chiaro: la maggioranza è stata abbandonata dai suoi alleati.

Le reazioni politiche

Le reazioni alla mozione di sfiducia sono state diverse. Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo a Milano, ha dichiarato che non vede motivo per cui una persona debba dimettersi per un avviso di garanzia o un rinvio a giudizio. Tuttavia, ha confermato che il suo partito voterà a favore della sfiducia, ritenendo che Santanché non dovrebbe essere stata nominata ministra. D’altra parte, Carlo Calenda, leader di Azione, ha affermato che la sfiducia verrà respinta e che il governo uscirà rafforzato dal voto del Parlamento. Questo scenario evidenzia le tensioni interne e le divergenze di opinione su come affrontare la crisi politica attuale.